Come anticipato alcuni mesi fa ING Direct, divenuta famosa per le sue campagne promozionali del suo Conto Arancio, era stata oggetto di alcune indagini da parte della Procura di Milano e della Banca d’Italia per presunte irregolarità sulle norme anti riciclaggio. I controlli effettuati in banca tra ottobre 2018 e gennaio 2019 ha indotto Palazzo Koch a vietare ogni apertura di nuovi conti correnti online fino a che ING non risolvesse la situazione.
Le truffe che sfruttavano il debole sistema anti riciclaggio si svolgevano attraverso compravendite su piattaforme come Airbnb e Amazon. I truffatori informavano i potenziali acquirenti che il pagamento di beni e servizi sarebbe dovuto avvenire su conti correnti online aperti presso ING Italia, con versamenti al di sotto dei 1.000 euro.
Con modalità anti riciclaggio risultate praticamente inesistenti nella filiale italiana, Bankitalia aveva deciso di vietare il servizio di apertura di nuovi conti online presso ING Italia. Per evitare di subire ancora il blocco dei conti, ING ha deciso pertanto di accettare il versamento di 30 milioni di Euro sul Fondo unico di giustizia.
Conto Arancio: la banca multata per 30 milioni di euro per riciclaggio
Oltre alla sanzione in sé, l’ammontare copre il totale dei proventi delle frodi occultati sui conti della banca, circa 21,89 milioni di Euro, da cui però ING avrebbe tratto un profitto pari a 7,11 milioni di Euro.
In merito alle procedure antiriciclaggio, la banca ha già proceduto con una riorganizzazione del proprio modello, tale da affrontare e risolvere le problematiche rilevate. Il blocco dell’apertura di nuovi conti correnti tuttavia rimane ancora attivo.
Purtroppo non è la prima volta che ING si ritrova nell’occhio del ciclone per norme anti riciclaggio non applicate: a settembre 2018 ha dovuto pagare 775 milioni di Euro per chiudere il caso, mentre nel 2012 ha dovuto sborsare 619 milioni di dollari per avere trascurato operazioni illegali di clienti cubani e iraniani nel sistema bancario americano.