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Il digitale terrestre italiano si appresta a un importante cambiamento con l’introduzione del DVB-T2, la tecnologia di seconda generazione. Però, il percorso verso questa transizione sembra essere segnato da una serie di ostacoli che hanno portato a un ritardo significativo rispetto alle previsioni iniziali.

La Rai ha annunciato un passo concreto verso il futuro digitale: a partire dal 1 settembre, uno dei Mux della “tv di Stato” migrerà al DVB-T2. Stefano Ciccotti, direttore tecnologie a Viale Mazzini, ha confermato questa decisione durante la presentazione del nuovo libro della Fondazione Astrid a Bologna. Ma, nonostante questa iniziativa, il calendario stabilito inizialmente per la transizione al DVB-T2 è notevolmente in ritardo.

Cos’è un Mux del digitale terrestre?

Il termine “Mux,” abbreviazione di “multiplex,” rappresenta la tecnologia utilizzata per la trasmissione dei segnali nel digitale terrestre. Questa tecnologia consente di raggruppare diverse trasmissioni su un unico Mux, ottimizzando l’utilizzo delle frequenze elettromagnetiche. La Rai, con il suo passaggio al DVB-T2, gioca un ruolo chiave nel promuovere l’adozione di questa nuova tecnologia.

Il 2024 dovrebbe essere l’anno del passaggio al DVB-T2, ma la difficoltà di molti italiani si manifesta nel dotarsi di apparecchi compatibili. Secondo il report Auditel di agosto 2023, circa 14,5 milioni di televisori diventeranno inutilizzabili al passaggio al DVB-T2.
Il bonus TV non ha sortito gli effetti sperati, e questo rischio di esclusione sta spingendo i broadcaster a temporizzare. D’altra parte, è cruciale liberare le frequenze a 700 MHz del DVB-T1 per favorire la diffusione del 5G.

Il DVB-T2 in ritardo e la necessità di temporeggiare

Il ritardo nel passaggio al DVB-T2 è legato all’adozione di apparecchi compatibili da parte della popolazione. Attualmente, 27,9 milioni di televisori sono pronti per l’upgrade, ma il resto rischia di essere escluso. La data della prossima tappa del digitale terrestre, che segnerà il definitivo passaggio al DVB-T2, è ancora incerta. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha dichiarato la necessità di un periodo più ampio per l’implementazione a regime del nuovo standard.
Insomma, nonostante il passo avanti della Rai nel migrare uno dei suoi Mux al DVB-T2, la transizione completa al digitale terrestre di seconda generazione è rallentata. La complessità della situazione, con il parco circolante di televisori non compatibili, rende incerto il raggiungimento degli obiettivi entro il 2024. Sarà necessario fare nuovamente il punto tra qualche mese per valutare l’evoluzione di questa transizione digitale.

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