Secondo quanto riportato sono due le raccolte dati che riguardano le nuove molecole che possono essere sfruttati nelle batterie a flusso Redox

L’Istituto olandese per la ricerca energetica fondamentale, grazie ai suoi scienziati, avrebbe prodotto un nuovo database formato da 31.618 molecole. Queste sarebbero viste come potenziali elementi per lo sviluppo delle celebri batterie a flusso Redox. Quando si parla di batteria di flusso Redox, si tratta di un dispositivo di accumulo elettrochimico che risulta essere ibrido fra una batteria solita e una cella a combustibile.

Rispetto alle batterie convenzionali, all’interno di queste ultime tutte le sostanze elettroattive sono disciolte all’interno del liquido elettrolita. Proprio per creare questi database, gli scienziati si sono serviti dell’intelligenza artificiale e di alcuni computer molto potenti in grado di identificare le proprietà delle molecole singole. Il risultato è eccezionale proprio perché non si conoscevano ancora tutte le proprietà di queste molecole, proprio come il potenziale redox e la stessa solubilità nell’acqua.

Batterie a flusso redox, le molecole trovate grazie ad alcuni processi ben precisi

Le molecole sono state quindi studiate tramite quattro passaggi diversi. Il primo con computer desktop e algoritmi intelligenti in grado di creare centinaia e centinaia di varianti virtuali di due tipologie di molecole, ovvero i chinoni e gli aza aromatici. Entrambe le soluzioni sono quindi in grado sia di accumulare che di rilasciare degli elettroni in maniera reversibile, requisito fondamentale per il futuro utilizzo all’interno delle batterie a flusso redox. Alcune strutture portanti sono poi servite ad alimentare il computer: queste erano formate da 24 chinoni e 28 aza-aromatici oltre a cinque diversi gruppi laterali.  Proprio da qui il software è stato in grado di contare e creare 31.618 molecole diverse.

Ogni proprietà delle molecole è stata poi analizzata con un super computer che ne ha calcolate quasi 300 servendosi delle equazioni della chimica quantistica. Come terza fase ecco poi l’esplorazione della solubilità delle molecole.

Quindi i ricercatori hanno avuto in mano tutti i dati che servivano al fine di creare un database completo che fosse utile per l’intelligenza umana e artificiale. Adesso il database è pubblico e in questo modo i ricercatori potranno facilmente cercare delle molecole utili per batterie a flusso redox. Questi database serviranno anche per migliorare i modelli di apprendimento automatico già esistenti.

Articolo precedenteEnergia senza limiti, quella verde al primo posto nel 2025 grazie alla crisi
Articolo successivoKena Mobile, ritorna l’offerta con 130 GB a 7 euro al mese