La diffusione globale del Coronavirus che ha causato la pandemia degli ultimi mesi ha posto l’accento, tra le altre cose, sulla possibile diffusione del virus mediante soldi e banconote.
Il contante, fatto risaputo, è un veicolo di contagio formidabile, come dimostrano numerosi studi che lo hanno definito un vero e proprio habitat naturale di germi, batteri e virus; tra gli altri agenti patogeni di cui si fanno veicolo, ad esempio, l’Escherichia Coli, il batterio delle feci. Va da se che, in un contesto di massima allerta come quello in cui viviamo, trovare un’alternativa al denaro contante sia un’opzione quantomeno da valutare.
Coronavirus e banconote: carte di credito e criptovalute possono essere il futuro
La prima soluzione possibile per sostituire le banconote e impedire che diventino veicolo di Coronavirus è già una realtà. L’utilizzo del pagamento digitale basato sulle carte di credito ha innumerevoli vantaggi; oltre all’aspetto igienico, non di minore rilevanza, andrebbe ad agevolare la lotta ad altre due piaghe che affliggono il nostro mondo, l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro sporco, un aspetto da non sottovalutare. Un’altra valida alternativa potrebbe essere l’uso della sempre più diffusa tecnologia delle criptovalute.
Questa seconda possibilità però, presenta più difficolta; in primis la diffusione di questo strumento è ancora fortemente legata al mondo digitale, non esistono ad oggi esercenti che accettano pagamenti con questa valuta. Inoltre sarebbe necessario che tutto il sistema accetti di utilizzare questo strumento; affinché funzioni le stesse attività commerciali devono poter effettuare pagamenti in criptovaluta ai propri fornitori. Va inoltre tenuto presente come la conversione delle criptovalute in euro sia un processo lungo e dispendioso; infine, un ulteriore problema, è che allo stato attuale, la regolamentazione fiscale di questo fenomeno e ancora distante.