Hyundai rivela il nuovo design dell'IONIQ 5 e l'allestimento N LineHyundai Connected Mobility, una divisione del gruppo Hyundai che si occupa dei servizi connessi, ha oggi confermato quali sono i pilastri su cui opererà nel prossimo futuro: auto connesse, servizi digitali, intelligenza artificiale e servizi alla mobilità. Il tutto nell’idea di poter realizzare auto software defined, mezzi che rappresentano un tutt’uno, e non più composte da più parti, come accade oggi, data la suddivisone tra adas, infotainment e simili.

Il primo passo in avanti verrà compiuto con Hyundai Ioniq, con l’applicazione dell’IA direttamente alla propria vettura, che porterà a sua volta ad un ampliamento dei servizi a cui gli utenti finali possono effettivamente fare affidamento. Secondo Marcus Welz, diretto generale di Hyundai Connected Mobility, la transizione è già in “atto da diverso tempo, solo che la maggior parte delle trasformazioni sono avvenute sotto il cofano, e solamente oggi l’utente ne può sentire gli effetti”. Ma quali saranno le novità?

 

Hyundai: quali saranno le novità per il futuro?

Il primo passo riguarderà l’estensione di Bluelink, con la suite proposta direttamente ai clienti in più versioni, da quella gratuita molto limitata, in termini di funzionalità raggiungibili, per poi passare alla base da 2,99 euro al mese, finendo con la più completa, che prevede anche aggiornamenti e streaming, da 9,99 euro. L’idea per il futuro è di lanciare una serie di funzioni non solo accessibili via app, infatti si potrà pagare parcheggi, ricarica e simili, anche direttamente dalla vettura (il cosiddetto in-car payment, che già vedremo su Ioniq).

In ultimo, ovviamente, l’intelligenza artificiale, che non solo verrà introdotta nell’assistente personale della vettura, ma anche in un lato gestionale in ambito business, per la perfetta gestione delle flotte di mezzi di determinate realtà aziendale. Il tutto nell’ottica di riuscire a rendere l’esperienza il più personale possibile, cucendola direttamente addosso al singolo consumatore, piuttosto che lasciandola molto più generica, come invece accade oggi.

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