Vi ricordate la causa tra Apple ed Epic Games di cui abbiamo iniziato a parlare mesi fa? bene, non è ancora terminata, anzi. Il caso Apple v. Epic prende una piega inaspettata: i procuratori generali di 35 degli Stati americani che compongono gli USA hanno firmato una dichiarazione congiunta a favore di Epic.
Questi hanno infatti detto che le politiche dell’App Store soffocano la concorrenza e creano una situazione di monopolio. Scopriamo insieme tutti i dettagli.
Apple VS Epic Games: altro round
La dichiarazione dei 35 degli Stati americani che compongono gli USA, è stata depositata formalmente tra gli atti del processo, che ora si sta preparando alla fase di appello, dopo che la sentenza in primo grado ha dato prevalentemente ragione ad Apple. Ecco una parte di questa: “La condotta di Apple ha danneggiato e sta danneggiando gli sviluppatori di app mobile e milioni di cittadini. Nel frattempo, Apple continua a monopolizzare distribuzione delle app e pagamenti in-app per gli iPhone, a soffocare la concorrenza, e ad ammassare profitti esagerati nell’ambito di un settore che muove quasi 1.000 miliardi di dollari l’anno“.
Molte altre deposizioni più o meno su questa linea sono arrivate da accademici e gruppi di attivisti. Possiamo affermare con una certa sicurezza che in ultimo la sentenza di primo grado non sia piaciuta a nessuno: entrambe le società hanno deciso di fare ricorso in appello, e anche il Dipartimento di Giustizia si è espresso sulla questione dicendo che la corte “ha compiuto diversi errori legali che mettono a repentaglio la capacità di far osservare le leggi sull’Antitrust, specialmente nell’economia digitale”, e che la corte ha interpretato lo Sherman Act, una legge sulla concorrenza sleale peraltro estremamente datata (risale al 1890), in modo “errato e ristretto”.
Ricordiamo che Epic, ha denunciato Apple dopo che questa ha bannato il suo videogioco Fortnite dall’App Store. Apple l’ha fatto perché Epic aveva implementato un sistema di pagamento alternativo che aggirava il sistema integrato di Apple, facendo quindi perdere ad Apple le commissioni fino al 30% su ogni transazione. Questo comportamento è vietato dalle regole dell’App Store. Sviluppi sull’appello dovrebbero arrivare verso il mese di marzo.