Xiaomi, Redmi, Mi Store, MediaTekUno strano elenco di oltre 400 parole trovate su alcuni smartphone Xiaomi è stato segnalato. Pare che sia utilizzato per censurare alcuni termini inseriti in una sorta di lista nera.

Il ministero della Difesa lituano ha recentemente consigliato ai suoi cittadini di non acquistare i telefoni del marchio Xiaomi poiché rilevano e censurano termini come “Tibet libero”, “Lunga vita all’indipendenza di Taiwan” o “movimento per la democrazia”. “La nostra raccomandazione è di non acquistare nuovi telefoni di quest’azienda e di sbarazzarci di quelli già acquistati il ​​più velocemente possibile”, annuncia il viceministro della Difesa, Margiris Abukevicius. Il centro informatico del paese ritiene che Xiaomi stia trasferendo dati crittografati a un server in Singapore. L’azienda nega.

Il rapporto in cui si parla dell’elenco incriminato fa riferimento a un file presente sugli smartphone Xiaomi chiamato MiAdBlacklistConfig. Tuttavia, un’indagine di XDA Developers ha rilevato che, anziché 449 parole identificate nel file, ci sono 2210 registri, come se formassero un codice. Questi record menzionano il Tibet e Hong Kong ma anche altri marchi di smartphone. La frase “scarica la canzone di Bollywood” e persino alcuni dei marchi di Xiaomi: “mi”, “xiaomi m5” e “mi telefono” sono a loro volta inclusi.

Xiaomi: elenco sospetto di termini censurati, arrivano le prime delucidazioni

XDA Developers afferma che i ricercatori in realtà non hanno smascherato l’azienda, anzi, hanno “commesso un errore piuttosto grave”. Il codice non ha nulla di sospetto, serve per “INativeAd“, un kit di sviluppo software (SDK) di Xiaomi Global Ad utilizzato per visualizzare annunci pubblicitari. XDA Developers afferma inoltre che il file della cosiddetta lista nera non è stato fatto da nessun’altra parte. Ritiene che venga utilizzato per filtrare annunci “volgari”.

Il codice non è attivo nei dispositivi venduti nell’Unione Europea e tali build non contengono pubblicità. Inoltre, il codice non sembra essere utilizzato nell’app browser di Xiaomi. In una dichiarazione a The Independent, l’azienda spiega: “I dispositivi Xiaomi non censurano le comunicazioni da o verso i suoi utenti. Questa società non ha mai e non limiterà o bloccherà mai alcun comportamento dei nostri utenti, rispetta e protegge pienamente i diritti legali di tutti. La nostra azienda è conforme al Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) dell’Unione Europea”.

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