La strana idea arriva da Méliné, l’azienda di Valentino Fenni, presidente dei calzaturieri di Confindustria Centro Adriatico. Egli ha messo in piedi uno stand composto da scarpe completamente vegan. Dove trovarlo? Nel padiglione 4 del Micam di Milano. Tra i vari articoli proposti da di Méliné, c’è un corner dedicato interamente al mondo naturale e seguito dalla responsabile commerciale Francesca Palestini. Il nome del progetto è ‘Mln Hybrid’, è made in Grottammare, e vi stupirà senza dubbio.
Hybrid: tutti i dettagli sulla linea naturale
Cosa contraddistingue la linea Hybrid dalle altre? “Se la prendete in mano è difficile capire la differenza da una scarpa normale. E invece, il materiale è fatto con lo scarto delle mele. Una ‘non pelle’. Le mele vengono usate da un’azienda (Frumat, ndr) per fare il succo. Gli scarti, ovvero le bucce e quanto non si mangia, sono ridotti in polvere. A quel punto, aggiungendo del cotone e del poliestere, nasce il tessuto”.
La responsabile commerciale ha spiegato: “Abbiamo due linee e cinque modelli. L’anno scorso avevamo presentato una scarpa fatta con pelle riciclata, quest’anno siamo andati oltre, con linee completamente naturali. Quella in buccia di mela ha un bordino in pelle recuperata, poi c’è il modello vegano, con interno in cotone. E anche la suola nasce nella logica della sostenibilità, utilizzando gomma di recupero”.
La ‘non pelle’ “rende molto bene, resta comunque morbida e malleabile. Al piede non si nota la differenza” spiega Francesca Palestini. Poi aggiunge: “I primi ordini sono arrivati da italiani e svizzeri. Poi francesi e anche i buyer libanesi sono rimasti colpiti. Devo però dire che gli italiani si sono dimostrati molto attenti al tema e sono quelli che hanno firmato più ordini”.
Ma quello che sta facendo l’azienda, è business o scelta etica? “Il problema del recupero dei rifiuti è una cosa seria, cominciare a mettere ai piedi scarpe che inquinano meno è una scelta di principio, di certo non solo commerciale. Tra l’altro noi cerchiamo di tenere prezzi non alti proprio per incentivare la vendita. Devi dire che la mela colpisce subito”.
Tirando le somme: “Tanti buyer europei, ci hanno stupito i francesi che temevamo non venissero per la contemporaneità di altre manifestazioni in Francia, e poi gli americani. Per noi quindi è andata bene, considerando che il nostro fatturato per il 35% è legato all’Italia, altrettanto in Francia e poi Germania e altri paesi europei”.