Con il nuovo modello la Apple cerca di risolvere il problema surriscaldamento
Con il nuovo modello la Apple cerca di risolvere il problema surriscaldamento

 

È emersa recentemente l’informazione che l’iPhone 16 sarà dotato di uno schermo di ultima generazione realizzato con il materiale M14, sviluppato in collaborazione tra Apple e Samsung. Tuttavia, la rivoluzione non riguarderà solamente il display: un noto leaker di nome Kosutami ha rivelato che Apple ha completamente ridisegnato il sistema di raffreddamento per l’iPhone 16.

Secondo un post su X di Kosutami, Apple sta attivamente lavorando su un sistema di raffreddamento al grafene per l’iPhone 16, mirando a risolvere i problemi di surriscaldamento riscontrati nella generazione attuale degli iPhone, specialmente con il modello 15. Inoltre, sembra che la batteria del modello Pro dell’iPhone 16 presenterà un guscio metallico, sebbene il motivo di questa scelta non sia ancora chiaro.

 

Quando l’amosfera si scalda troppo

L’insider cinese ha sottolineato che Apple sta prendendo questa iniziativa per evitare i problemi di surriscaldamento che hanno afflitto gli iPhone 15 dopo il loro lancio a fine settembre. Sebbene Apple abbia già affrontato l’overheating dell’iPhone 15 con gli ultimi aggiornamenti software di iOS 17, sembra che per l’iPhone 16 stiano cercando una soluzione hardware più efficace.

Dalle informazioni di Kosutami emerge che il problema di surriscaldamento degli iPhone 15 era principalmente di natura software, ma sembra che Apple stia progettando una soluzione più robusta per l’iPhone 16, specialmente considerando l’aumento delle prestazioni del nuovo processore A17 Pro, che potrebbe generare più calore durante l’uso intensivo dell’applicativo.

L’aspetto più interessante è l’adozione di un heatsink al grafene per l’iPhone 16, che sostituirà il precedente in rame. In aggiunta, i modelli iPhone 16 Pro e Pro Max includeranno un guscio metallico intorno alla batteria, una mossa proattiva per prevenire il surriscaldamento del dispositivo. Apple ha precedentemente utilizzato con successo tale approccio su Apple Watch, indicando una possibile transizione verso questa tecnologia anche per gli iPhone.

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