Asteroide più grande dell’Everest si avvicina. La Terra è in pericolo? L’asteroide 12P/Pons-Brooks è in viaggio, e si sta avvicinando alla Terra, ma la distanza che ci separerà da questa cometa è di circa 224 milioni di km ovvero più della distanza che ci separa dal Sole. Dunque, il nostro Pianeta non corre alcun pericolo. Questo però non vuol dire che la cometa perde completamente il suo interesse. Al contrario.

La cometa, di tipo Halley, ha un periodo orbitale di 71 anni ed è in corrispondenza con l’orbita di Giove. La sua stessa esistenza è un fenomeno affascinante da studiare, anche se è completamente innocuo. La sua particolarità risiede nella sua natura criovulcanica.

L’asteroide che si avvicina alla Terra

Questa particolare pietra cosmica al suo interno ospita una serie di vulcani di ghiaccio che eruttano acqua. Proprio una delle sue recenti eruzioni ha portato alla creazione di una nuvola di particelle, formate da ghiaccio e gas, elementi che danno alla roccia di ghiaccio un aspetto particolare, simile a un paio di corna. Questa forma rende l’asteroide riconoscibile anche quando si trova a grandi chilometri di distanza.

Il nucleo solido di 12P/Pons-Brooks ha un diametro di circa 30 km, diametro pari a tre volte quello del monte Everest. Inoltre, al momento risulta uno degli oggetti luminosi più visibili dalla Terra ed è per questo che astronomi e appassionati seguono il suo cammino con particolare interesse perché offre una buona opportunità di osservazione.

Il suo cammino arriverà vicino alla Terra. Il passaggio più vicino sarà il 2 giugno 2024, momento in cui sarà a 1,55 Unità Astronomiche di distanza. Il 50% in più rispetto alla distanza che separa il nostro Pianeta dal Sole.

Oltre che per i motivi già citati, gli appassionati trovano 12P/Pons–Brooksm particolarmente interessante perché rappresenta una sorta di laboratorio cosmico che offre la possibilità di studiare lo stato primordiale del sistema solare. Le comete criovulcaniche hanno origine nelle regioni più fredde del sistema solare e le eruzioni dei loro vulcani di ghiaccio rivelano materiale primordiale che possono aiutare gli esperti a comprendere i materiali del nostro sistema planetario.

Alcune recenti teorie suggeriscono che le comete potrebbero aver avuto un ruolo chiave nella fornitura di acqua e composti organici alla Terra, nei suoi primi anni di vita. Questo non solo apre nuovi scenari sulla diffusione della vita sul nostro Pianeta, ma darebbe agli scienziati la possibilità di scoprire di più sulla nostra storia primordiale.

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