Negli ultimi mesi nel panorama dell’informatica e in particolare dell’hardware a far parlare molto di se è stata senza dubbi Nvidia, la nota azienda californiana ha infatti preso fortemente le parti dei propri clienti prediletti, i gamers, opponendosi in modo deciso al mining, infatti ha deciso di porre un freno alla caccia alle schede video installando un limitatore di hash rate nelle sue GPU, portando alla nascita della serie RTX 30 LHR (Lite Hash Rate).

A quanto pare questa piccola conquista è presto destinata a crollare, negli scorsi giorni infatti il gruppo verde nero è stato vittima di un attacco hacker che ha portato alla sottrazione di un database composto da circa un terabyte di dati, i quali a quanto pare scottano, scottano tanto, scopriamo perchè.

 

Il gruppo hacker ha in mano il blocco al mining

A rivendicare l’attacco è stato il gruppo denominato Lapsus$, il quale ha deciso di rincarare la dose, ha infatti sottolineato come è stata all’interno dei sistemi per settimane e come ora sia in attesa di un contatto con Nvidia per concordarsi sul riscatto dei dati, i quali tra l’altro Nvidia ha cercato di criptare con un attacco ransomware andato a buon fine ma vanificato dalla presenza di numerosi backup.

Gli hacker hanno poi dichiarato di essere entrati in possesso di tutto il necessario per aggirare il blocco al mining imposto da Nvidia e hanno minacciato di rilasciare il tutto se Nvidia non procederà di sua spontanea iniziativa alla sua rimozione, preferita dagli hacker poiché drivers ufficiali diminuiscono al massimo il rischio di brickare le schede video.

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