Il riscaldamento globale corrisponde al mutamento del clima terrestre sviluppatosi a partire dalla fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo e che, ancora oggi, continua a prendere piede. Si tratta di una condizione piuttosto drammatica che determina effetti notevolmente negativi sulla flora e fauna di tutto il mondo. Sembrerebbe che a causa di questo fenomeno, il polmone verde dell’Europa, cioè tutte le sue foreste, stia diventando sempre più vulnerabili.
A dimostrarlo è uno studio pubblicato sulle pagine della autorevole rivista scientifica Nature Communications. La ricerca in questione riporta la firma di un team di ricercatori del Jcr di Varese in collaborazione con il Max Planck Institute e le Università di Firenze, Valencia ed Helsinki. Nello specifico, gli scienziati hanno quantificato e mappato le fragilità del polmone verde d’Europa sulla base dei dati relativi agli ultimi 40 anni. Secondo le loro analisi, la vulnerabilità delle foreste europee dipende fortemente da parametri strutturali come l’altezza e l’età delle foreste e anche il grado di copertura fogliare. Tutti parametri sui quali è possibile intervenire mediante appropriate strategie di adattamento
Per ricostruire l’evoluzione di queste fragilità che caratterizzato il polmone verde dell’Europa, i ricercatori hanno fatto ricorso a sistemi di apprendimento automatico con i quali hanno integrato i dati satellitari con quelli relativi al clima e ai fattori perturbanti che hanno colpito le foreste europee. I risultati hanno indicato che almeno il 60% della biomassa delle foreste europee è oggi a rischio a causa del riscaldamento globale. Dunque, è necessario intervenire quanto più precocemente possibile cercando di limitare le attività umane causa dell’aumento delle temperature e mettendo in atto delle strategie di salvaguardia dell’ambiente.