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Come sappiamo al giorno d’oggi gli smartphone sono un bene di primaria importanza e dal costo certamente non poco rilevante, fattori che hanno obbligato le aziende produttrici e renderli efficacemente ritrovabili a seguito di smarrimento, dotandoli di una serie di sensori utili sia alla navigazione che alla ricerca, parliamo del GPS e del Glonass ma anche del codice IMEI o dell’univoco della SIM, i quali consentono alle autorità di rintracciare i device non appena collegato ad una rete.

Sembra tutto molto in stile poliziesco è vero, ma a quanto apre esiste un altro modo per rintracciare e quindi spiare la posizione di un device e di conseguenza quella del suo possessore, essa si basa su dei valori di calibrazione di fabbrica che rende ogni device unico nel suo genere, vediamo i dettagli.

GPS e Glonass usabili contro di noi

La scoperta è stata fatta dall’Università di Cambridge, la quale ho scovato una falla indiretta nella produzione degli smartphone, sopratutto quelli di fascia alta, definibile a tutti gli effetti come una falla side channel, ovvero una fuga di dati indiretta.

Questa si basa sui dati calibrati di fabbrica di alcuni sensori, in particolare parliamo di giroscopio, magnetometro e accelerometro, i quali appunto subiscono una combinazione di calibrazioni appena usciti di fabbrica univoca per ogni telefono, cosa che li rende quindi facilmente rintracciabili tramite internet.

Questo può avvenire grazie ad una qualunque pagina internet, la quale attraverso delle query può inviare una richiesta di accesso dati al device e quindi consentirne il prelievo con molta facilità.

Il problema esiste già da parecchi anni e mentre Apple si sta già attivando per risolverlo, Google sta ancora procrastinando nonostante l’immediato avviso da parte dell’università, la quale ha mostrato tutto tramite un apposito video.

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