Tante opere dell’uomo hanno affascinato studiosi e appassionati di ogni epoca. Ma in particolare alcune costruzioni sono resistite al tempo e alle intemperie, preservando il loro fascino occulto e maestoso.

In memoria di un tempo lontano, in cui si stagliavano orgogliose verso il cielo e incutevano rispetto e timore in chiunque vi si trovasse al cospetto, le Piramidi hanno mantenuto i propri segreti celati agli occhi dei più indiscreti fino a non molto tempo fa.

Lungi dall’essere esclusivamente camere funerarie per il faraone, le Piramidi hanno ancora tanto da rivelare, anzitutto in termini di utilizzo (per cosa venivano usate in realtà) e soprattutto di costruzione. Queste immense e straordinarie architetture, infatti, non potevano esser state costruite con gli scarsi mezzi dell’epoca, e soprattutto in una valle dove la penuria di roccia impediva ai costruttori di avere perfino la materia prima da cui partire.

Ma un gruppo di studiosi sembrerebbe aver trovato una prima risposta a questo quesito importantissimo, cominciando a rivelare anche solo in parte in che modo queste strutture straordinarie siano state portate in vita.

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Non si comprendeva, dunque, da dove provenisse il materiale da cui erano estratti i mattoni, impilati l’uno sull’altro per dar vita alle piramidi, vista l’esiguità di cave nella zona.

Un gruppo di scienziati egiziani, però, sembra aver aver ritrovato dei resti di una nave cerimoniale, ormai ridotta ad una serie di travi di legno dopo il suo smantellamento. Questa nave potrebbe rappresentare il mezzo con cui sono stati trasportati da una regione all’altra i mattoni giganteschi che fanno da portanti alla struttura dell’intera piramide. Secondo la ricostruzione, il trasporto sarebbe quindi avvenuto via mare, importando la roccia calcarea direttamente da Torah.

Anche la datazione della nave sembrerebbe coincidere con il periodo di regno del faraone Khufu, nonché di costruzione della Grande Piramide, che risalirebbe al 2600 avanti Cristo.

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