Rapidshare

Rapidshare, uno dei siti web più importanti per quanto riguarda il servizio di file hosting, cesserà definitivamente le sue attività a partire dal 31 marzo 2015.Dopo Megaupload, chiuso oltre tre anni fa dall’FBI per aver violato i copyright di numerosi contenuti, anche il suo principale rivale è costretto ad alzare definitivamente bandiera bianca. Un altro grande sito web per la condivisione di file di qualsiasi tipo saluta il mondo di Internet. E tutto ciò succede dopo una carriera di oltre un decennio, costellata da grandi successi nel settore dell’informativa.

Fondato in Svizzera nel 2002, Rapidshare ha consentito il caricamento di miliardi e miliardi di files in tutta la rete e ha vissuto il culmine della sua evoluzione nel 2009, con una cifra di oltre 100 milioni di visitatori al mese pronti ad usufruire dei suoi servizi. Nel corso degli ultimi cinque anni, la sua situazione è peggiorata a causa della diffusione di nuovi portali di file hosting, maggiormente economici, e da una lunga sequenza di cause portate avanti dalle grandi case discografiche e cinematografiche contro la circolazione di file video e audio pirata. Il sito ha quindi perso parte del suo volume di dati e di utenti, fino alla definitiva chiusura.

A partire dal prossimo 31 marzo, tutti gli account di Rapidshare spariranno definitivamente, così come ogni singolo file non sarà più fruibile online. Il servizio si è sempre fatto notare per la trasparenza dei propri contenuti, con i dipendenti sempre attenti a non violare alcuna legge legata ai diritti d’autore. Nel corso del 2014, l’azienda svizzera era stata obbligata da una profonda crisi a licenziare tre quarti dei suoi lavoratori.

Inoltre, il grande problema di Rapidshare era caratterizzato dai prezzi del proprio servizio basilare, che sfioravano i 50 euro. In tempi di grande concorrenza e della nascita di numerosi siti che consentono il download dei file attraverso servizi in modalità cloud, con prezzi maggiormente competitivi.

Le cause di tale chiusura sono ancora sconosciute, anche se si parla di un tentativo disperato di evitare qualsiasi causa legale per motivi di copyright. Il fenomeno del file hosting sembra ormai agli sgoccioli e sta lasciando rapidamente spazio al proliferarsi dello streaming, che appare in un periodo di evidente ascesa. Rapidshare ha anche consigliato i suoi utenti di salvare i propri dati, che dal 31 marzo risulteranno non recuperabili.

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