Ci sono alcune abitudini che ormai abbiamo perso (quasi) completamente. È un processo silenzioso che nessuno ha notato, ma che ha cambiato i nostri modi di fare. In particolare, c’è una pratica davvero comune in passato, ma che ora è stata abbandonata. Si tratta del recarsi in un’agenzia di viaggi per organizzare le proprie vacanze. Con la diffusione di computer, smartphone ed influencer di viaggi, la programmazione dei nostri viaggi avviene ormai in digitale.
Con l’avanzare della tecnologia e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale il nostro modo di organizzare itinerari sta cambiando ancora una volta. Stanno diventando sempre di più i sistemi che organizzano itinerari di viaggio completi, partendo da alcune indicazioni fornite dagli utenti.
Google usa l’AI per creare itinerari di viaggi
Sembra proprio che sarà uno dei business del futuro. Almeno questo è quello che pensano gli esperti. Ad oggi ci sono start–up come Layla e Mindtrip che sfruttano l’intelligenza artificiale per pianificare viaggi. A tal proposito, Google ha deciso di intervenire e trovare un suo posto nel mercato. In America, il colosso di Mountain View sta testando un nuovo servizio nella sua Search Generative Experience (SGE). Questo consentirà agli utenti di organizzare i propri viaggi tramite l’uso dell’intelligenza artificiale. Attualmente, la funzione è disponibile solo negli Stati Uniti e coinvolge solo gli iscritti a Search Labs. Come funziona concretamente il servizio?
Gli utenti chiedono al programma di organizzargli un viaggio, fornendo dettagli come i giorni disponibili, la località e il tipo di itinerario che si desidera. Una volta fornite tutte le informazioni il sistema offre un itinerario che include ristoranti e luoghi di interesse. Inoltre, presenta anche una panoramica sui voli e gli hotel disponibili suddivisi sia per orari che per prezzi.
Il sistema di Google, per poter svolgere il proprio lavoro, utilizza siti di viaggio, recensioni e foto offerte dagli utenti. Sicuramente un sistema di questo tipo risulta essere particolarmente utile, eppure presenta anche delle problematiche. La prima riguarda la sicurezza dei dati degli utenti. Il sistema di Google fornirà inevitabilmente agli investitori pubblicitari le informazioni su ciò che gli utenti stanno cercando, sacrificando in parte la loro privacy. La seconda riguarda la pigrizia. Può sembrare un’argomentazione da poco, ma più gli utenti si lasciano aiutare dall’intelligenza artificiale più diventeranno pigri.