Come Chat GPT e le altre intelligenze artificiali stanno modificando la nostra capacità comunicativa
Come Chat GPT e le altre intelligenze artificiali stanno modificando la nostra capacità comunicativa

“Ciao, ChatGPT! Puoi aiutarmi?” – Questa richiesta comune rivela una tendenza umana intrinseca di cortesia verso i chatbot come il Large language model di OpenAI.

Questo fenomeno è ampiamente diffuso: la maggior parte delle persone, nella mia esperienza personale e secondo un sondaggio informale, trova difficile essere maleducata con ChatGPT. Ma perché ci comportiamo così gentilmente con un’entità non umana come un software?

 

La gentilezza ripaga sempre

Le discussioni su Reddit suggeriscono che alcuni considerano il comportamento gentile come un investimento nel futuro, quando le intelligenze artificiali potrebbero acquisire coscienza. Anche se attualmente improbabile, questo atteggiamento gentile potrebbe riflettersi positivamente nelle nostre interazioni.

Altri, però, contestano questa pratica, sostenendo che trattare i chatbot come persone potrebbe incoraggiare un’antropomorfizzazione inappropriata della tecnologia. Il nostro cervello potrebbe reagire così perché associamo il movimento alla vita, un residuo dell’evoluzione umana.

Questo legame emozionale con i chatbot potrebbe avere conseguenze positive, come suggerisce l’autore Elias Canetti. Tuttavia, c’è anche una preoccupazione che questo comportamento possa trasferirsi nelle nostre interazioni umane quotidiane, influenzando negativamente le abitudini comunicative.

Un altro dettaglio insolito è il modo in cui adattiamo il nostro linguaggio per renderci più comprensibili alle macchine. I sistemi di auto-completamento e gli assistenti virtuali come Copilot stanno modellando il nostro modo di scrivere, incoraggiando l’uso di parole più comuni e la riduzione della complessità linguistica.

 

Non solo ChatGPT

In buona sostanza, non siamo noi che insegniamo alle intelligenze artificiali a comunicare, ma loro che ci stanno addestrando a interagire come macchine. Questo fenomeno, sebbene ancora poco studiato, potrebbe avere profonde implicazioni sulla nostra lingua e sulle nostre abitudini comunicative. Questo dovrebbe farci riflettere su come, in un mondo sempre più connesso, l’impatto dell’AI non rimane nei confini del Web, ma si allarga fino ad arrivare al modo in cui ci relazioniamo con il mondo circostante.

Articolo precedenteRealme GT Neo 6 SE, eccolo nella prima foto hands on
Articolo successivoDottor Pet: morto a 37 anni il veterinario più seguito sui social, oggi i funerali