Amazon

Amazon Web Services (AWS) ha compiuto un passo significativo nel mondo del cloud computing con l’annuncio dell’acquisizione del complesso di datacenter alimentato a energia nucleare, Cumulus, per un valore di 650 milioni di dollari.
Questa mossa strategica è stata resa possibile grazie a un accordo con Talen Energy, una società che gestisce impianti di generazione e trasmissione di energia negli Stati Uniti.

Il Cumulus, situato nei pressi della centrale nucleare di Susquehanna, nella Pennsylvania nord-orientale, ha una capacità di 48 megawatt al momento dell’acquisizione da parte di Amazon. Sono previsti però piani ambiziosi per espandere questa capacità fino a 475 megawatt.
Tale operazione non solo amplia il portafoglio di Amazon nel settore del cloud, ma apre anche nuove prospettive sull’utilizzo dell’energia nucleare per alimentare i datacenter su larga scala.

Amazon: un accordo vantaggioso per entrambe le parti

Secondo i termini dell’accordo, Amazon assumerà il controllo del Cumulus e dell’infrastruttura energetica associata.
Mentre la struttura Nautilus Cryptomine rimarrà di proprietà congiunta tra Talen e TeraWulf, un’altra azienda del settore.
Talen Energy riceverà 350 milioni di dollari all’atto della chiusura dell’affare, con un ulteriore pagamento di 300 milioni di dollari legato al raggiungimento di obiettivi concordati nel corso del 2024. In più, Amazon avrà accesso diretto all’energia prodotta dalla centrale nucleare.

Questo accordo rappresenta l’ultimo investimento di Amazon nell’energia pulita e rinnovabile per alimentare i suoi datacenter.
Il gigante dell’e-commerce di recente ha firmato un accordo di acquisto di energia con un parco eolico nell’Oregon e sta esplorando alternative ai tradizionali impianti energetici.
Tra questi, per esempio, l’uso di celle a combustibile a gas naturale, che potrebbero essere convertite in futuro per l’uso con idrogeno.

Un nuovo approccio all’energia nucleare per i datacenter

L’utilizzo dell’energia nucleare da parte di grandi operatori di datacenter è un passo avanti nel comprendere le potenzialità dei reattori nucleari di piccola taglia (SMR).
Tali reattori, noti per la loro modularità e potenziali costi di costruzione inferiori, potrebbero rappresentare una soluzione efficace per soddisfare la crescente domanda di energia nei datacenter su larga scala.

Insomma, questa mossa non solo rafforza la posizione di Amazon nel settore, ma potrebbe anche aprire la strada a nuove innovazioni nell’ambito dell’energia nucleare per i datacenter del futuro.

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