aeroporti italiani colpiti dagli hacker

Secondo quanto riportato dalle fonti ufficiali, l’Agenzia per la Cybersicurezza Italiana ha recentemente segnalato un attacco hacker che ha colpito i siti web di 4 aeroporti italiani, causando alcuni rallentamenti.

Il gruppo filo-palestinese, Mysterious Team Bangladesh, ha preso di mira gli scali della Val D’Aosta, l’aeroporto di Napoli, quello della Calabria e quello pugliese. L’assalto è stato un DDoS ed ha causato l’intasamento dei server, impedendo l’accesso ai portali, generando parecchio disagio.

I motivi degli attacchi hacker

Gianluca Galasso, responsabile dei servizi operativi dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, ha poi ammesso che non sorprendono le azioni dimostrative in Italia. Questa è stata la sua dichiarazione durante l’intervento ad un convegno a Roma, dove ha sottolineato che il posizionamento del nostro Paese sulla scena internazionale in relazione alla crisi potrebbe essere un fattore scatenante. Non resta che attendere per scoprire l’evolversi della situazione.

Gli attacchi sono stati rivendicati dal gruppo, scatenando molta preoccupazione e alzando l’attenzione non soltanto sugli obiettivi più sensibili, ma anche sulle infrastrutture più importanti.

Chi si nasconde dietro il gruppo Mysterious Team Bangladesh

Il collettivo di hacktivisti Mysterious Team Bangladesh ha fatto la sua comparsa nel 2020. Non è passato molto tempo prima che riuscisse a guadagnare l’attenzione globale con diversi attacchi che hanno aumentato di intensità nel 2022. Dal rapporto di Group Ib, ciò che li differisce dai soliti cybercriminali è che i membri cercano di portare l’attenzione sulla loro causa (religiosa, politica o anche entrambe).

Solitamente, i loro obiettivi sono le aziende di telecomunicazioni, le infrastrutture che hanno ruoli fondamentali, le organizzazioni governative ed anche le istituzioni finanziarie. Il loro obiettivo è quello di causare interruzioni e non negoziare. Il gruppo negli anni ha accumulato un notevole curriculum, con 750 Ddos e oltre 70 defacement (ovvero la modifica illecita delle home dei siti web).

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