sonda Voyager 1 della Nasa nello spazio

Circa 46 anni fa, la NASA ha lanciato nello spazio le due sonde Voyager. Molti anni dopo, la Voyager 1 continua a fornirci dati importanti, soprattutto da quando ha oltrepassato i limiti dello spazio interstellare. Non è sorprendente che continui a funzionare?

Non molto tempo fa questa ha captato un rumore, una specie di ronzio continuo dato dal gas interstellare noto anche come “frequenza di plasma”. Essa rappresenta un movimento oscillatorio della densità degli elettroni nei mezzi conduttori, come i metalli contenuti nella banda di radiazione ultravioletta.

Cosa comporta la nuova scoperta dello spazio

Come forse saprete, i dati che vengono trasmessi dalla sonda al di fuori del Sistema Solare impiegano moltissimo tempo per giungere sulla Terra. Perché così tanto? Basta immaginare la distanza che separa la Voyager 1 da noi, ben miliardi di chilometri. Quando ci raggiungono sono però alquanto deboli. Gli scienziati devono prima effettuare una serie di operazioni, poi riescono a studiare e comprendere i dati.

Il suono è stato definito dagli scienziati come un “rumore di fondo interstellare”. La scoperta, effettuata dalla Dottoressa Stella Koch Ocker, è molto importante per gli astronomi. Essa permette infatti di avere un nuovo strumento per studiare l’ambiente interstellare. Inoltre, il suono potrebbe fornirci delle informazioni sulle caratteristiche del mezzo interstellare, come ad esempio la densità, la temperatura e la presenza di campi magnetici. Tramite le informazioni, stanno anche cercando di comprendere in che modo questo influisce sui venti solari. Un ambiente così lontano e ancora misterioso è capace di avere un impatto anche sull’eliosfera.

Ci sono ancora molti segreti dell’universo che gli esperti non hanno ancora risolto. Gli scienziati stanno ancora, nonostante siano passati anni, cercando di capire come si sono formate le galassie e come l’universo stesso è nato. Esistono anche molte cose che non sappiamo sulla materia oscura e sull’energia oscura, due componenti che ne costituiscono la maggior parte della massa. Forse è proprio grazie a tutti questi misteri che l’astronomia continua ad affascinare. Grazie ai progressi della tecnologia, possiamo osservare l’universo in modi sempre più dettagliati e scoprire nuovi segreti ogni giorno. Forse fra non molto un altro verrà svelato.

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