Spid Italia

Uno dei servizi di maggior successo in Italia e nel resto di Europa negli ultimi anni è stato senza dubbio Spid, il sistema per l’autenticazione forte infatti è stato super utilizzato negli ultimi anni per garantirsi l’accesso alle piattaforme pubbliche soprattutto durante gli anni caratterizzati dalla pandemia di Coronavirus.

Ora però qualcosa è cambiata, o meglio, si è rotta, a seguito della richiesta da parte dei gestori dei servizi di 50 milioni di euro per il rinnovo degli accordi, l’Italia ci ha letteralmente pensato due volte, dal momento che la richiesta è sembrata quantomeno eccessiva dal momento che costituisce dieci volte la cifra elargita precedentemente, giustificata dai gestori per sostenere le spese di gestione e di allineamento dei dati anagrafici con le varie banche dati.

 

Un’alternativa statale e meno onerosa

Al momento lo Stato è riuscita ad accordarsi su una cifra attorno ai 40 milioni di euro che garantirà almeno altri 2 anni di servizio, al termine dei quali però, Spid andrà in pensione, lo Stato ha infatti intenzione di puntare sulla CIE per due motivi principali, in primis si tratta di uno strumento statale che non richiede ulteriori costi di gestione, in secundis allo Stato costa 4 euro mentre al cittadino ne costa 22 di euro, con un evidente guadagno che in termini di spesa non grava sulle finanze del popolo ma allo stesso tempo può nutrire le casse statali.

Gli unici problemi che però sono già in fase di analisi per una risoluzione sono i tempi di distribuzione e i tempi di fruizione dei servizi di identificazione legati alla CIE.

Dunque la tabella di marcia è segnata, nell’arco di due anni Spid ci saluterà e la CIE prenderà definitivamente il suo posto.

Articolo precedenteKia Niro PHEV conquista il Red Dot Design Award 2023 nel Product Design
Articolo successivoEcco come attivare Whatsapp su due dispositivi diversi con lo stesso numero