Ebbene si, lo Spid rischia di scomparire, questo è il destino che tocca al servizio se non si troverà un accordo tra le parti, e non parliamo di attese troppo lunghe, infatti la data è segnata, il 22 Aprile ogni servizio potrebbe cessare a causa del termine della proroga dei contratti stipulati con gli 11 gestori – ovvero gli enti terzi che forniscono ai cittadini italiani le credenziali di accesso – che sono scaduti il 31 dicembre scorso.

E pensare che lo Spid è il servizio di autenticazione forte e pubblico più utilizzato in tutta Europa, è stato infatti ritenuto un grandissimo successo, c’è però chi non la pensa così, dal momento che a scanso degli indubbi vantaggi, ci sono costi di gestione davvero nutriti da affrontare, ecco dunque perchè si sta pensando a soluzioni alternative, prima tra tutte la CIE, per rendere i servizi accessibili e sicuri senza costare troppo.

 

Le richieste dei gestori sono 50 volte più alte

L’ostacolo vero è proprio è costituito dalle richieste dei gestori del servizio, i quali fino ad ora hanno percepito 1 milione di euro da spartirsi per rientrare delle spese legate al servizio, la nuova richiesta è di ben 50 milioni di euro, un fattore moltiplicativo decisamente nutrito, ciò non toglie però che la cifra spesa sarebbe comunque al di sotto di quella risparmiata dallo stato, non a caso solo con gli accessi digitali INPS sono stati risparmiati nel 2022 oltre 100 milioni di euro.

Un primo incontro è avvenuto con il rappresentate delle 11 aziende, il clima era sereno però le divergenze sono emerse in modo netto, ora 2 mesi dovranno bastare a ricucire i rapporti.

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