Il nuovo satellite della NASA, Landsat 9, ha iniziato a fotografare la Terra mostrando i primi segni evidenti del cambiamento climatico che stiamo fronteggiando.
In collaborazione con l’US Geological Survey, l’agenzia spaziale ha lanciato il satellite a settembre per acquisire immagini termiche e a infrarossi del nostro pianeta, monitorando gli effetti del cambiamento climatico con dettagli senza precedenti. “Le prime immagini portano ad alcune osservazioni critiche sul nostro pianeta visto dallo spazio”, dichiara l’amministratore della NASA, Bill Nelson.
“Questo programma ha il potere non solo di migliorare le vite, ma anche di salvarle. La NASA continuerà a lavorare con USGS per rafforzare e migliorare l’accessibilità ai dati di Landsat affinché in tutto il mondo comprendano meglio la devastazione del pianeta Terra dovuta alla crisi climatica. L’intento è migliorare la gestione delle pratiche agricole, preservare le risorse preziose e rispondere in modo più efficace ai disastri naturali.”
NASA: Landsat 9 mostra le prime immagini della Terra segnata dal cambiamento climatico
Le prime istantanee di Landsat mostrano vedute aeree del Michigan, della Florida e dell’Arizona, in alta risoluzione. La NASA afferma che l’ampia gamma di strumenti di imaging del satellite, che cattura diverse lunghezze d’onda di luce e calore, aiuterà a raccogliere dati su tutto. Inoltre, a differenza del suo predecessore, Landsat 8, Landsat 9 è in grado di rilevare più dettagli.
“Quando avremo Landsat 9 che opera insieme a Landsat 8, sarà questa ricchezza di dati che ci consentirà di monitorare i cambiamenti del nostro pianeta ogni otto giorni”, spiega Masek. “I dati e le immagini di Landsat 9 stanno ampliando la nostra capacità di vedere come la Terra è cambiata nel corso dei decenni”. Queste le dichiarazioni di Karen St Germain, direttore della Divisione Scienze della Terra della NASA. “In un mondo che cambia in fretta, l’accesso continuo e gratuito ai dati Landsat e agli altri dati forniti dai satelliti della NASA, aiuta tutti. In particolare urbanisti, agricoltori e scienziati, per pianificare il futuro”.