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C’è chi prova a minare tramite il proprio computer, chi con delle macchine apposite e c’è chi converte una vecchia centrale elettrica a carbone per estrarre Bitcoin. Succede a New York dove un impianto energetico è stato trasformato con il beneplacito dell’amministrazione locale. Si parla di una struttura che avrà al suo interno 10.000 macchine per minare.

In molti non sono felici di tutto questo. In un mondo che cerca dispersamente di invertire gli effetti del cambiamento climatico puntando sull’energia rinnovabile, una notizia del genere è uno schiaffo in faccia a tutti. Queste macchine sono estremamente affamate di corrente e per questo è stata scelta una centrale a carbone, un modo economico e ancora più inquinante per massimizzare il profitto con i Bitcoin.

 

Bitcoin e l’inquinamento

Diversi rapporti hanno sottolineato come il mining di criptovalute, e soprattutto Bitcoin, negli anni ha portato un consumo enorme di energia e in tempo breve tutti i minatori del mondo inquineranno più dell’Italia intera. Con questa criptovaluta che ha raggiunto un valore record di oltre 64.000 dollari di recente, molti se ne fregano dell’impatto ambientale.

Nonostante il valore sia crollato di 15.000 dollari, questo progetto risulterà comunque redditizio. Il carbone ha un costo relativamente basso e con 10.000 macchine che lavorano in contemporanea Bitcoin sarà semplice compensare il costo dopo poco tempo. Tutto quello che verrà dopo sarà profitto.

L’impianto in realtà è stato convertito l’anno scorso, ma è stato potenziato in queste settimane. I proprietari stimano che riusciranno a guadagnare 52 milioni di dollari quest’anno, sempre che il valore rimanga stabile, potrebbe anche salire, o scendere. Attualmente usano 19 megawatt per minare, ma puntano a raggiungere i 500 megawatt per il 2025.

FONTEVice
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