TIM, ovvero Telecom Italia, si sta accingendo a tagliare 1.300 posti di lavoro nel nostro paese. Si tratta del 3% della forza totale di lavoro che è di oltre 42.600. C’è da sottolineare che non si tratta di un licenziamento in tronco, ma un taglio su base volontaria degli stessi dipendenti tanto che sono d’accordo anche parte dei sindacati.
Il taglio da parte TIM sfrutterà il prepensionamento che sarà quindi una scelta degli stessi lavoratori. Il motivo dietro a questa strategia è dovuta non solo alla situazione nata dalla pandemia, ma anche dalla necessità di rivoluzionare proprio la forza lavoro in vista di assunzioni specifiche. Le nuove assunzioni sono legate a una spinta digitale quindi servono altro tipo di competenze. Un altro aspetto da sottolineare è il taglio avvenuto già nel 2020 che è stato di altre 2.500 persone.
TIM vuole rivoluzionarsi
Se la pandemia avrebbe dovuto favorire le entrate di TIM in un certo senso, visto l’alta necessità di servizi che la compagnie dovrebbe essere in grado di fornire, in realtà c’è stato un calo e anche pesante. Si parla di ricavi ridotti del 7,7% dovuti anche a una concorrenza più agguerrita da parte delle altre compagnie.
Il modo migliore per risolvere questo problema è migliorare, offrire servizi più performanti e all’avanguardia. Un esempio sono i tentativi di sviluppare una nuova entità cloud o potenziare la sicurezza delle reti. TIM è pronta a tutto questo, ma lo sono anche gli altri quindi non può permettersi troppi falsi. L’ampliamento della copertura della fibra ottica è sicuramente un aiuto, ma serve fare più in fretta.