Il prossimo futuro della connettività in Italia è il 5G: una rete iper veloce e iper connessa. In questo momento storico, però, ci si chiede quale sarà il destino della fibra ottica che, ancora nel 2018, non copre che poche centinaia di città nella sua versione Gigabit. La diffusione della FTTH, ovvero la fibra pura (Fiber To The Home) sta iniziando lentamente a diffondersi sul territorio nazionale. Se l’Italia fosse coperta al 100% da questa tecnologia, insieme al 5G saremmo il paese più veloce d’Europa con costi tutto sommato accettabili per il consumatore finale.

Purtroppo, però, anche in una città come Roma le connessioni FTTH sono pochissime: la maggior parte sono reti miste FTTC (Fiber To The Cabinet) uniscono la rete ADSL in rame con la fibra ma con risultati decisamente peggiori della FTTH. Mentre gli operatori di telefonia fissa millantano velocità inimmaginabili (e mai viste), un paese che si appresta a vivere la nuova stagione del 5G ancora non può vantare una connessione di rete fissa al pari di altre nazioni.

5G e fibra ottica: un’Italia a due velocità?

Con ogni probabilità la fibra ottica riceverà una spinta dal 5G, proprio perché è una tecnologia troppo utile e giovane per essere soppiantata dalla rete mobile del futuro. Il mercato della telefonia fissa ha bisogno della fibra ottica FTTH, poiché i tempi di latenza sono minimi come per il 5G e consente ai consumatori lo streaming simultaneo di più contenuti video in alta risoluzione. Ovvio che oggi, a fronte degli annunci di sperimentazioni sul 5G compiuti da TIM, Vodafone e Wind, non è peregrino pensare che l’Italia possa fare a meno della fibra ottica, ma non dobbiamo cadere nell’errore di guardare la medaglia da una sola faccia. Per noi utenti finali il 5G è il massimo, ma le infrastrutture dell’intero paese non possono poggiare solo su questa connessione.

Ci serve un network di trasmissione dati capace di supportare processi e servizi dell’economia digitale e stimolare la competitività del Paese. Sarebbe uno stimolo per l’economia che, secondo i dati diffusi da Deutsche Bank e dalla Commissione Europea, porterebbe a un incremento tra l’1 e l’1,5 per cento del Prodotto Interno Lordo su base annua. Uno studio dell’OCSE individua invece una correlazione positiva tra gli incrementi nella velocità di accesso ed il reddito disponibile delle famiglie.

Lo stesso5G si servirà dell’infrastruttura cablata in banda larga ultraveloce. Senza la fibra FTTH, difficilmente i servizi IoT potranno svilupparsi. Da non dimenticare inoltre che l’automazione industriale e la cosiddetta Industria 4.0 richiedono l’elaborazione di crescenti volumi di dati in tempo reale, vedi i veicoli a guida autonoma che presto circoleranno sulle nostre strade, che il solo 5G non sarà in grado di soddisfare.

Parlando di servizi che necessitano della banda ultra larga offerta dalla fibra, infine, anche il gaming (sempre più online), la realtà virtuale e quella aumentata richiederanno connessioni di rete fissa.

FONTEAgenda Digitale
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