Qualcomm, uno dei primi produttori mondiali di chipset per dispositivi mobili, sta cominciando a tagliare posti di lavoro. Un’operazione che è parte delle promesse fatte agli investitori per ridurre i costi annuali di 1 miliardo di dollari. Tale situazione è emersa da un comunicato del produttore mercoledì.
“Qualcomm sta conducendo una riduzione della forza lavoro full time e temporanea”. Queste sono le parole di un portavoce dell’azienda che non ha voluto svelare la sua identità, nascondendo anche il numero esatto di posti da tagliare.
Il portavoce ha poi commentato che “Sebbene Qualcomm abbia prima valutato una riduzione dei costi non guardando al personale impiegato, ha dovuto per forza concludere che una riduzione della forza lavoro è necessaria per supportare la crescita e il successo degli obiettivi aziendali a lungo termine”. Si dice, inoltre, che Qualcomm stia offrendo dei pacchetti pro-dimissioni ai dipendenti, pescando in settori specifici in cui i 33.800 lavoratori full-time, part-time e temporanei sono divisi.
Cosa succederà ai dipendenti licenziati da Qualcomm
Il popolare network d’informazione Bloomberg ha supposto che il taglio dei posti in Qualcomm è grande abbastanza per chiedere un “WARN notice”. Il Worker Adjustment and Retraining Notification è una legge USA del 1988 che protegge i lavoratori vittime di un licenziamento massivo. Essendo previsto in California il grosso dei tagli, i dipendenti avranno ammortizzatori sociali utili a dare il tempo di trovare un nuovo impiego.
L’azienda di chipset ha avuto un bel da fare per trattenere gli investitori a gennaio. In quel mese subì un’offerta ostile di acquisto del 51% del pacchetto azionario da parte del competitor Broadcom. Fortunatamente, l’amministrazione Trump cancellò questa operazione (da noi chiamata OPA ostile) salvando Qualcomm. Quest’ultima ha dunque reagito con un nuovo piano industriale aggressivo per dare rinnovata linfa ai suoi guadagni.
Peccato che ne paghino le spese i dipendenti.