La questione dell’accesso all’acqua potabile è davvero spinosa. La desertificazione, la siccità e l’inquinamento delle falde acquifere stanno rendendo sempre più difficile trovare un sorso d’acqua sicuro. Non è un segreto che oggi l’acqua potabile stia diventando più un lusso che un diritto fondamentale. Ed è proprio durante il G7 a Venaria Reale che questo tema è stato portato all’attenzione dei rappresentanti delle sette maggiori potenze economiche mondiali. Hanno deciso di formare la Coalizione del G7 per l’acqua, con l’obiettivo di trovare strategie comuni per affrontare questa crisi globale, sperando di catalizzare ambizioni e priorità condivise.
Ma non è solo una questione di politica: anche la ricerca scientifica è in prima linea nella lotta contro la crisi idrica. Negli ultimi anni, i cervelloni del settore hanno lavorato duramente per trovare soluzioni innovative, efficienti e sostenibili per affrontare questa sfida. E ora, c’è una nuova scoperta che merita di essere portata alla ribalta.
L’arsenico e la potabilizzazione dell’acqua
Esiste infatti un’invenzione che promette di risolvere un problema cruciale: l’arsenico nell’acqua. L’arsenico è considerato uno dei veleni più tossici sulla Terra, ed è tristemente diffuso, trovandosi persino nell’acqua che pensavamo fosse sicura da bere.
Ma la buona notizia è che un team di scienziati provenienti da diverse parti del mondo ha sviluppato un metodo innovativo per eliminare l’arsenico dall’acqua. Questa membrana porosa “di ispirazione biologica e chimicamente selettiva” è stata testata con successo nelle fonti d’acqua fortemente contaminate dell’altopiano della Sila in Calabria. Ha rimosso entrambe le forme di arsenico presenti, anche la più tossica, portando i livelli di contaminazione ben al di sotto dei limiti di legge.
Ma non è finita qui: la membrana è anche selettiva, lasciando passare solo le sostanze benefiche come i sali minerali, mentre trattiene l’arsenico. Questo significa che possiamo mantenere la concentrazione naturale dei minerali nell’acqua, senza causare demineralizzazione.
Una ricerca della regione Calabria per l’ambiente
Insomma, questa scoperta è davvero una svolta nella lotta contro la contaminazione da arsenico. E il fatto che la ricerca sia stata finanziata anche dalla stessa regione Calabria dimostra quanto sia importante questa scoperta per le comunità locali. Il futuro dell’acqua potabile sembra essere più brillante grazie a queste innovazioni scientifiche che stanno emergendo.