L’unità di misura dei nanometri ha avuto un ruolo fondamentale nel definire i processi produttivi e le prestazioni dei chip. Attraverso l’avanzamento della tecnologia e l’evoluzione dei processi di produzione, però, la correlazione tra nanometri e dimensioni dei transistor ha iniziato a perdere di significato, trasformandosi in una strategia di marketing.
I nanometri prima indicavano la dimensione minima dei gate dei transistor presenti nei chip. In tal modo si poteva valutare la tecnologia di produzione in maniera più semplice e veloce. Con il progresso tecnologico, tale correlazione è diventata sempre meno rilevante. Perché? Poiché i processi produttivi hanno sono migliorati ma le dimensioni dei transitor non sono state ridotte.
A cosa servono i nanometri ora?
L’introduzione dei transistor FinFET ha consentito un aumento della densità dei transistor senza necessariamente ridurre le dimensioni dei gate. Questo ha portato alla fine della correlazione tra nanometri e dimensioni, dato che i processi produttivi si sono concentrati sempre più sulla densità complessiva anziché sulle dimensioni specifiche dei chip.
Considerando i semiconduttori moderni, ciò che conta quindi è la densità complessiva dei transistor all’interno del chip. Tale parametro, insieme alla tecnologia di produzione, determina le prestazioni e l’efficienza energetica del chip stesso. Pertanto, è la densità dei transistor che diventa un indicatore chiave della qualità del processo produttivo e i nanometri non servono più a nulla.
La decisione di rinominare i processi produttivi da parte di Intel nel 2021, passando dal nodo 10nm Enhanced SuperFin al nome Intel 7, riflette proprio questa evoluzione. L’obiettivo è stato quello di allineare il nome del processo produttivo con la sua reale densità di transistor. Mentre i nanometri continuano a essere utilizzati come unità di misura nei semiconduttori, il loro significato è cambiato nel corso del tempo. Lo sviluppo della tecnologia ha continuato la sua corsa anche quando gli esperti hanno compreso il limite di lunghezza dei gate dei transistor. Le aziende hanno “semplicemente” lavorato ancora per trovare nuove tecnologie che fossero capaci di superare tale limite, modificando i chip in altri modi.