La terrificante storia del Nachzehrer nel Lazzaretto di Venezia
La terrificante storia del Nachzehrer nel Lazzaretto di Venezia

Siamo nel 1600, in Europa. Una donna vittima del demonio e della peste è diventata un non-morto, e si trascina per le strette e buie vie della sua città. Si nutre di quello che trova. Spesso, di qualche incauto concittadino. Il mostro di cui stiamo parlando, che corrisponde al nome di Nachzehrer, era una minaccia reale per l’intera comunità. La sua comparsa generò il panico, spingendo gli abitanti a compiere uno degli esorcismi più estremi nel nostro paese. Non ci fu pietà per la donna-demone. Venne inserito un mattone nella sua bocca con tanta violenza da spezzargli denti e mascelle, seguendo un antico rituale di cui si conosceva l’efficacia.

Le grandi epidemie in Europa

Sono passati quasi quattro secoli da quel momento, e quegli eventi straordinari sono tornati alla luce. Negli scavi archeologici dell’isola del Lazzaretto Nuovo, a Venezia, condotti tra il 2006 e il 2008 da Matteo Borrini, possiamo leggerne le tracce. Una vicenda spaventosa e al contempo bizzarra, che getta nuova luce su uno degli episodi più oscuri della storia europea.

Era normale amministrazione, nel XVII secolo in Europa, credere che le epidemie fossero legate a creature soprannaturali come i vampiri, proprio come la Nachzehrer veneziana. Questa creatura in particolare, che si dice abbia fatto la sua comparsa in Polonia intorno al 1300, era particolarmente temuta. Associata alla pestilenza e alla morte, incarna in forma umana il terrore che permeava una società decimata da malattie e carestie che duravano da secoli. 

Le grandi epidemie che devastarono l’Europa tra il 1300 e il 1600, tra cui la celebre peste nera, portarono a milioni di morti e causarono un’enorme devastazione che era difficile da affrontare a livello umano, religioso e razionale. In questi secoli bui vennero create opere artistiche di altissimo valore, come il Decameron del Boccaccio, ma anche molte leggende e superstizioni.

 

I Nachzehrer, demoni vampiro

I Nachzehrer, esseri leggendari, una volta sepolti, erano noti per masticare il sudario, emettendo un suono simile a un grugnito. Man mano che si sviluppavano, diventavano veri e propri vampiri, con l’epidemia che si scatenava come conseguenza immediata della loro attività. Per quanto riguarda l’analisi morfologica, studi precedenti avevano osservato che il cadavere sembrava “intatto“, con arti flessibili, pelle tesa e liscia, unghie apparentemente rinnovate.

Un’altra caratteristica cruciale era la presenza di sangue liquido nel ventre del cadavere, un chiaro segno delle attività ematofaghe del vampiro. Il rimedio consisteva nel sottrarre il sudario dalla bocca del non-morto e sostituirlo con terra, pietra o mattone, un rituale che si ritiene collegato ai Nachzehrer.

Le testimonianze dell’epoca sono il risultato di interpretazioni errate dei dati tanatologici, legati alle cause della morte e ai processi di decomposizione del cadavere. Le conoscenze limitate sull’evoluzione dei corpi dopo la morte portavano a identificare il cadavere come intatto o ridotto a scheletro, senza considerare le fasi intermedie della decomposizione.

L’idea che il Nachzehrer masticasse il sudario derivava dalla presenza di gas putrefattivi che umidificavano il tessuto, causando il suo deperimento. Durante le crisi sanitarie, era consuetudine riaprire le tombe recenti per seppellirvi altre vittime della pandemia, alimentando il terrore e la superstizione della popolazione. Questo scenario probabilmente si verificò anche nel caso del Lazzaretto Nuovo, dove il Nachzehrer, considerato responsabile dell’epidemia, venne neutralizzato sostituendo il sudario con un mattone.

La disperazione di una città

A Venezia, tra il 1630 e il 1631, l’epidemia fece almeno 50.000 vittime su una popolazione di 150.000 abitanti, con una mortalità che colpì una persona su tre. Nonostante gli sforzi dei religiosi, dei magistrati sanitari e dei medici, e l’impiego di rimedi come la teriaca e misure di quarantena, il contagio sembrava inarrestabile. La convinzione che fosse opera del demonio e dei suoi servi, come il Nachzehrer, spinse la comunità a compiere gesti estremi, come il rito per fermare il vampiro, evidenziando la disperazione di fronte a una minaccia così implacabile e misteriosa.

 

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