La storia di un Quasar luminoso che sfuggiva all'osservazione, rivelato solo oggi
La storia di un Quasar luminoso che sfuggiva all’osservazione, rivelato solo oggi

L’oggetto cosmico più luminoso mai individuato, il quasar J059-4351, svela i suoi segreti a una distanza di 12 miliardi di anni luce dalla Terra. Inizialmente scambiato per una stella nel 1980, grazie alle immagini dell’European Southern Observatory (ESO), questo quasar rivela ora la sua vera natura grazie al Very Large Telescope dell’ESO.

 

Dal puntino luminoso alla scoperta del Quasar

Un quasar è un nucleo galattico attivo che ospita un buco nero supermassiccio circondato da un disco di materia emittente radiazioni intense. Sebbene appaia come un puntino luminoso da lontano, il quasar potrebbe facilmente essere scambiato per una stella. Solo attraverso onde radio, raggi X e raggi gamma è possibile confermarne la composizione e le dimensioni.

Il Very Large Telescope dell’ESO ha finalmente rivelato che J059-4351 è il prodotto di un buco nero attivo con una massa equivalente a 17 miliardi di soli. Ogni giorno, questo buco nero si nutre di una quantità di materia pari a quella della principale stella del sistema solare. Il materiale non consumato genera un disco di accrescimento di sette anni luce, il più grande mai osservato, secondo uno studio pubblicato su Nature Astronomy.

Ignorato per decenni a causa della sua luminosità e scambiato per una stella, J059-4351 è ora protagonista della scoperta di “il più grande disco di accrescimento dell’universo”, come definito da Samuel Lai, dottorando presso l’Australian National University.

Questa scoperta solleva una questione centrale: come affrontare le sfide dell’osservazione spaziale moderna? Mentre gli osservatori spaziali diventano più potenti, la capacità di analizzare e filtrare enormi quantità di dati diventa cruciale. La magnitudine di fenomeni cosmici come i quasar richiede un adattamento delle scale tradizionali, poiché la tecnologia spaziale rivela oggetti sempre più distanti e colossali.

 

Osservare lo spazio con l’Extremely Large Telescope (ELT) dell’ESO

Attualmente, il Very Large Telescope è il vettore principale dell’ESO, ma il futuro vede la creazione dell’Extremely Large Telescope (ELT). Con uno specchio principale di 40 metri, il ELT sarà il telescopio più grande mai costruito e inizierà le sue operazioni nel deserto di Atacama nel 2028. Questo progetto ambizioso testimonia il costante impegno dell’ESO nel perseguire la conoscenza cosmica attraverso strumenti sempre più avanzati e potenti. Va sottolineata l’importanza di elaborare efficacemente l’immensa quantità di dati che la moderna osservazione spaziale genera, per evitare che importanti scoperte sfuggano all’attenzione degli scienziati.

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