Il fenomeno delle “luci del terremoto” ha da tempo affascinato e spaventato l’umanità. Questi bagliori luminosi, che appaiono nel cielo poco prima di un sisma, sono stati recentemente testimoniati in Marocco, poco prima che un terremoto di magnitudo 6.8 devastasse le Montagne dell’Alto Atlante. Ma cosa sono esattamente queste luci e quale è la loro origine?
Marocco: la verità dietro il bagliore
Le testimonianze di luci misteriose nel cielo associate a terremoti risalgono a secoli fa. Tuttavia, solo nell’era moderna, con l’avvento delle telecamere di sicurezza e degli smartphone, queste osservazioni hanno iniziato a guadagnare una certa legittimità scientifica. Nonostante ciò, la comunità rimane divisa sulla natura e sulle cause di questi bagliori.
Friedemann Freund del SETI Institute propone una teoria secondo la quale questi bagliori potrebbero essere causati da una forma avanzata di elettricità statica. Quest’ultima sarebbe generata dall’attrito tra le placche tettoniche che si muovono sotto la superficie terrestre. La teoria suggerisce che, quando le placche si sfregano l’una contro l’altra, potrebbero generare cariche elettriche che, una volta raggiunta una certa intensità, si manifestano come bagliori luminosi nel cielo.
Tuttavia, non tutti gli esperti sono convinti di questa spiegazione. Karen Daniels, fisica della North Carolina State University, esprime scetticismo riguardo alla teoria dell’elettricità statica. Anche l’US Geological Survey, un’autorità in materia, si mostra cauto nell’interpretare questi fenomeni e non fornisce una spiegazione definitiva. La presenza delle luci prima di un terremoto solleva molte domande. Sono davvero un segnale premonitore di un imminente sisma? O sono semplicemente un altro dei numerosi misteri che la natura ci presenta e che ancora non siamo in grado di comprendere appieno?
Mentre la ricerca scientifica prosegue nel tentativo di svelare questo enigma, ciò che è certo è che le “luci del terremoto” continuano a catturare l’immaginazione e a suscitare timore e meraviglia in egual misura tra la popolazione. La speranza è che, con ulteriori studi e osservazioni, possiamo un giorno comprendere pienamente questo affascinante fenomeno naturale.