È possibile ottenere una carne “coltivata” in laboratorio? Alcuni scienziati della National University of Singapore (NUS) sono riusciti a scoprire un metodo rivoluzionario per coltivare dei tessuti sintetici a base cellulare capaci di sviluppare cellule animali con un magnete.
Questa è una tecnica pulita, economica e sicura. Inoltre, va a semplificare un processo di produzione che ridurrebbe automaticamente la dipendenza dell’uomo dai prodotti animali. Cosa dobbiamo aspettarci da questa innovazione?
Carne prodotta in laboratorio: sarà il futuro per tutti?
Questo nuovo metodo di produzione andrebbe a sostituire l’allevamento tradizionale che di per sé porta un mare di svantaggi. Di fatto, l’attuale produzione della carne, prevede l’uso di altri prodotti di derivazione animale e di farmaci per stimolarne la crescita.
Invece, per coltivare carne con base cellulare e per farla crescere, le cellule vengono alimentate con del siero animale, di solito definito siero fetale bovino. Questa è una miscela raccolta dal sangue dei feti che provengono da vacche gravide che vengono macellate nelle industrie casearie. Inutile dirlo, parliamo di un processo, oltre che costoso, anche molto crudele.
Ora però questo team di ricercatori del NUS hanno incominciato a usare gli impulsi magnetici come stimolanti della crescita della carne a base cellulare. Infatti, la tecnica va ad utilizzare un campo magnetico pulsato e sintonizzato, sviluppato dal team anche per coltivare cellule staminali e miogeniche, che si trovano nel muscolo scheletrico e nel tessuto del midollo osseo.
“In risposta ad una breve esposizione ai campi magnetici, di soli 10 minuti, le cellule rilasciano tantissime molecole con proprietà rigenerative, metaboliche, antinfiammatorie e di potenziamento dell’immunità“, afferma il prof. Franco-Obregón, colui che è a capo della ricerca.
“Queste sostanze sono importantissime. Fanno parte di ciò che è noto come il “secretoma” muscolare e sono necessari per la crescita, la sopravvivenza e lo sviluppo delle cellule nei tessuti“, ha aggiunto.
Sulla rivista Biomaterials è possibile osservare i risultati della ricerca. Questi potranno essere sfruttati anche per le applicazioni nella medicina rigenerativa, essendo che la raccolta di secretomi potrà potenzialmente aiutare e curare alcune cellule danneggiate. In questo modo, la velocità con cui un paziente può recuperare aumenterebbe.