Un male comune si è intrufolato ne La Casa di Carta 5. Si tratta di un elemento che sta mettendo in grave pericolo l’integrità di questa serie TV Netflix. A rivelarlo, in parte, ci sono i primi cinque episodi della quinta stagione e, in parte, il nuovo trailer da poco pubblicato che anticipa il Volume 2 di questo titolo. Il finale di stagione non sembra promettere bene e le delusioni sembrano aspettare tutti i fan dietro l’angolo. Scopriamo insieme cosa sta minacciando La Casa di Carta 5 e tutto il successo delle precedenti stagioni.
La Casa di Carta 5: la fame di guadagno sta affossando la serie TV Netflix
Una cosa certa è che il gran finale de La Casa di Carta arriverà il 3 dicembre 2021, come annunciato già diversi mesi fa da Netflix. Come arriverà e quanta soddisfazione o insoddisfazione lascerà nei fan, ancora non ci è dato sapere.
Nondimeno, da come stanno parlando diverse testate giornalistiche, pare che il finale non sarà così “wow” come tutti pensavano. I primi cinque episodi de La Casa di Carta 5 non hanno convinto completamente. Tanta, forse troppa azione, a tratti inverosimile, condita da flashback che ad oggi non trovano ancora un senso nella trama.
Anche il trailer de La Casa di Carta 5 Volume 2 lascia spazio a molti dubbi, mostrandosi come un sapiente collage di scene in completo disordine cronologico con il solo scopo di creare tanta aspettativa. Purtroppo però quest’ultimo potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio.
Comunque, quello che preoccupa la critica è uno dei mali comuni che si è annidato anche in questa serie TV Netflix, la fame di guadagno. Il suo successo inaspettato e il seguito di fan che si è portata dietro in questi anni ha fatto sì che nessuno più capisse quando era ora di chiudere i battenti e concludere questo titolo. Ecco come si è espresso il famoso periodico Vanity Fair in un suo recentissimo articolo:
“La Casa di Carta è stata tirata per le lunghe per troppo tempo: avrebbe potuto chiudersi benissimo alla terza stagione lasciando tutti contenti, ma sappiamo che, quando si tratta di guadagno, le case di produzione guardano al profitto e non certo all’unità narrativa della storia“.