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Le scorse settimane hanno portato ad un drastico cambio di passo per la campagna vaccinale, non solo in Italia ma in tutta Europa. I discorsi circa una possibile terza dose per il vaccino Pfizer si sono infatti ampliati ed ora rappresentano, anche sulla base dei dati epidemiologici, una realtà da non trascurare.

 

Pfizer, perché anche in Italia ci si avvicina alla terza dose

Molte nazioni hanno previsto un ulteriore step della campagna di vaccinazione già a partire dall’autunno in arrivo. Tra gli Stati a legiferare per prima in tale materia vi è stato Israele. Nella nazione prima leader per le vaccinazioni, anziani e fragili si sottoporranno a breve alla terza dose per mantenere alto il tasso di protezione contro il virus.

Anche Regno Unito, Francia e Germania hanno scelto di seguire Israele. Queste nazioni, nella loro decisione sulla terza dose, si basa sui dati emersi dalla stessa azienda farmaceutica. Da uno studio interno di Pfizer è emerso che sei mesi dopo la somministrazione della seconda dose, la protezione scenderebbe dal 95% preventivato all’80/85%.

A determinare la necessità di una terza dose vi è poi anche la variante Delta, che come noto è molto più infettiva rispetto alle precedenti versioni del virus.

Dopo una prima fase di stallo, anche l’Italia sembra essere indirizzata verso l’ok alla terza dose di Pfizer in autunno. Le autorità sanitarie per ora non pensano ad una terza dose generalizzata a tutta la popolazione, ma guardano con particolare attenzione ai fragili con commorbalità ed alle persone anziane esposte al contagio.

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