Il dispositivo tecnologico più sottile al mondo – spesso quanto due atomi – è stato ideato da un gruppo di ricercatori per immagazzinare informazioni.

Gli attuali dispositivi all’avanguardia sono costituiti da minuscoli cristalli che contengono circa un milione di atomi. In un computer, questi dispositivi posti tra due stati binari servono a codificare ed elaborare le informazioni. Questo processo avviene in modo incredibilmente rapido, circa un milione di volte al secondo, come premere un interruttore on-off molto rapidamente.

Gli scienziati ritengono che adesso sia possibile rendere questo processo ancora più efficiente. La riduzione delle dimensioni del dispositivo a soli due atomi consente agli elettroni di muoversi a una velocità maggiore. Per rendere l’idea, immaginate un pulsante piuttosto grande che richiede molta forza per essere premuto, rispetto a uno più piccolo e sottile che richiede meno forza. Questi sono anche i vantaggi a cui puntano i ricercatori. Infatti, saranno dispositivi veloci, meno densi e con un consumo di energia nettamente inferiore.

Dispositivo sottile quanto due atomi, il nuovo progetto presentato ufficialmente da un gruppo di scienziati

“Nel suo stato tridimensionale naturale, questo materiale è costituito da un gran numero di strati posti uno sopra l’altro, con ogni strato ruotato di 180 gradi rispetto a quelli vicini (configurazione antiparallela)”, afferma il dott. Moshe Ben Shalom. “In laboratorio, siamo stati in grado di impilare artificialmente gli strati in una configurazione parallela senza rotazione, che ipoteticamente pone atomi dello stesso tipo in perfetta sovrapposizione nonostante la forte forza repulsiva (risultante dalle loro cariche identiche).

“In questa configurazione artificiale gli strati sono abbastanza distinti l’uno dall’altro. Se nello strato superiore gli atomi si sovrappongono, nello strato inferiore è il contrario”. Questa nuova innovazione, che non esiste in natura, costringe la carica elettrica a riorganizzarsi tra gli strati e generare una minuscola polarizzazione elettrica interna ad angolo retto rispetto allo strato.

Quando il campo elettrico viene applicato nella direzione opposta, il sistema scorre per cambiare orientamento e rimane stabile anche quando il campo viene disattivato. Queste innovazioni non sono esclusive del boro e dell’azoto. L’utilizzo di questo sistema è “promettente”, dichiara il dott. Shalom. Oltre ai dispositivi informatici, gli scienziati si aspettano che questa tecnologia contribuirà allo sviluppo di altri rilevatori, per l’accumulo e la conversione di energia oppure altri dispositivi che interagiscono con la luce.

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