Sul 5G la lotta fra Europa e Cina è già cominciata da un bel po’ di tempo, ma da poco è partita quella che riguarda la rete del futuro: il 6G. Per quanto riguarda infrastrutture e copertura sta sicuramente vincendo la seconda, ma la prima non ha nessuna intenzione di rimanere in coda, e cerca di anticipare i tempi nella corsa alla nuova tecnologia che probabilmente vedremo nel 2030.
Peter Stuckmann, della Direzione generale delle Reti di comunicazione, dei contenuti e delle tecnologie della Commissione europea, ha dichiarato: “Stiamo lanciando i nostri principali programmi di ricerca. Avremo un altro cambiamento radicale nelle prestazioni, ad esempio avremo una capacità in terabit tale da supportare la telepresenza o gemelli digitali della realtà intorno a noi. Questo sarà un grande cambiamento, e naturalmente è importante che l’Europa mantenga le sue capacità tecnologiche“.
6G: con la nuova tecnologia si potranno fare cose eccezionali
Una rivoluzione tecnologica dopo l’altra, tant’è che a breve potrebbe diventare realtà la manipolazione di oggetti a distanza tramite una connessione ad Internet. Oppure, come dice Alessandro Groppelli di Etno: “Con il 6G in pratica sarà possibile ripensare tutti gli ecosistemi economici e umani e creare una sorta di versione potenziata della realtà. Pensate alla produzione nell’industria, pensate all’istruzione, pensate all’intrattenimento. E soprattutto stiamo ancora definendo che cosa sia il 6G, quindi ora si sta decidendo quale sarà lo standard, quale sia la visione”.
Sicuramente, l’Europa andrà a collaborare con Stati Uniti e Giappone per rivaleggiare contro un colosso come la Cina. Altrimenti, si potrebbe assistere ad una cooperazione senza precedenti, essendo che questa tecnologia avrà bisogno di uno standard unico. L’eurodeputato Mauri Pekkarinen del gruppo Renew Europe spiega: “È chiaro che avremo bisogno di uno standard mondiale, e la concorrenza è agguerrita. Chi sarà il primo a definire questi standard? È per questo che dobbiamo discuterne. Sappiamo che in pratica avremo bisogno della tecnologia 6G fra dieci anni. Ma per esempio, per quel che riguarda gli standard, è molto importante poterli definire molto presto”.