Da oggi, 20 settembre 2020, entra in vigore l’ennesimo ban dell’amministrazione Trump nei confronti di aziende e servizi di aziende cinesi. Una strategia politica decisamente aggressiva, che rischia di diventare una vera e propria polveriera esplosiva.

Dopo gli ultimi ban relativi alla gestione della situazione Huawei, che hanno quasi affossato l’azienda, Trump si concentra nuovamente sulle applicazioni Tik Tok e WeChat. Con una delibera di due giorni fa, decretava infatti il ban nei confronti di queste due applicazioni mobile a causa di motivi di “sicurezza nazionale“. La motivazione? Un pericolo  per l’acquisizione indebita di dati personali dei cittadini americani. Le due applicazioni erano entrate nell’occhio del ciclone dal momento in cui tramite Tik Tok una conferenza di Trump era stata boicottata grazie alla prenotazione di moltissimi posti lasciati poi vuoti.

La delibera prevede il blocco immediato di WeChat e il blocco definitivo di Tik Tok a partire dal 12 novembre. Inoltre, fornisce a tutte quelle aziende che lavorano con questi software 45 giorni di tempo per interrompere qualsiasi tipo di collaborazione con queste aziende.

 

La risposta dalla Cina

Le aziende dietro le due applicazioni più diffuse al mondo e in particolar modo in Cina, si dicono profondamente deluse da questa decisione e negano tutte le accuse di Trump. La stessa Tik Tok ha fornito una serie di informazioni per aumentare la trasparenza sulla questione dei dati sensibili. Inoltre, ha dichiarato: “Continueremo a combattere questo ordine esecutivo ingiusto, che è stato applicato senza un debito processo e minaccia di privare i cittadini americani e le piccole aziende di una piattaforma tuttofare.

Una situazione disastrosa, che mette in serio pericolo i rapporti con la Cina e anche la stessa ricandidatura di Trump alle elezioni di fine 2020.

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