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La Flat Tax consiste in un differente sistema di tassazione rispetto a quello che conosciamo attualmente. Anziché tassare progressivamente gli utenti in base ad aliquote e scaglioni, detraendo una data somma di denaro in base al reddito di ciascun utente, la flat tax propone un sistema meno complesso. Imporrebbe infatti una quota fissa valida allo stesso modo piccola per tutti i soggetti che si trovano sotto una certa fascia di reddito.
Flat tax, quali paesi la adottano e come mai in Italia no
Per quanto riguarda il continente Europeo, solo i Paesi dell’Est hanno deciso di abbracciare questo sistema. Il risultato è stato deludente, perché in molti hanno realizzato una riduzione delle entrate fiscali e, di conseguenza una riduzione della spesa pubblica relativa ai fondi perduti e alle famiglie. Diversi paesi hanno abbandonato in poco tempo questo sistema.
Nel nostro Paese, a spingere fortemente in direzione della flat tax è stato Silvio Berlusconi, già a partire dal 1994. Recentemente anche la lega, incluso Matteo Salvini e il MoVimento 5 Stelle, hanno sostenuto questa tassa importante per far ripartire l’economia del Paese. Sebbene esistono alcuni Pro, ci sono almeno altrettanti contro nell’adottare questo sistema.
Veniamo prima ai pro. I favorevoli a questa tassa, sostengono che in questo modo le famiglie percepire però una minore pressione fiscale e, di conseguenza, avrebbero un potere di acquisto maggiore. Questo potrebbe stimolare la crescita economica di cui tanto necessitiamo. Tuttavia è un‘idea azzardata è piuttosto in bilico, ed è riuscita a non garantire comunque un risollevamento dell’economia Italiana. Oltre a questo, il più grande contro relativo alla flat tax, è che questo sistema privilegerebbe unicamente i più ricchi. Ciò metterebbe in difficoltà le famiglie con maggiori difficoltà economiche. Il nostro sistema attuale si basa sul valore del lavoro e sull’esatto reddito di ciascuno di noi, e questo è l’unico metodo in grado di bilanciare al meglio la ricchezza le cittadini italiani.