Nel 2020 ha trovato la sua conclusione una contesa che ha caratterizzato TIM e tutto il suo bacino di utenti. Proprio ad inizio anno, infatti, è finita la battaglia che ha contrapposto il gestore di telefonia nazionale alle associazioni dei clienti. Al centro di questa battaglia vi era la questione delle rimodulazioni di prezzo messe in atto tra il 2016 ed il 2018.
TIM, c’è un modo per chiedere il rimborso dopo le rimodulazioni
Come molti si ricorderanno, i cambiamenti contrattuali tra 2016 e 2018 avevano diminuito i tempi di scadenza per i pagamenti delle tariffe da 30 giorni a 28 giorni. Tale modifica comportava, di conseguenza, un aumento della spesa annuale da parte degli utenti. Le associazioni, dopo aver ottenuto lo stop di questa rimodulazione, si sono rivolte anche nelle sede opportune. La storia recente dice che TAR e Consiglio di Stato hanno dato l’ok ai rimborso per gli abbonati.
Sulla base delle sentenze dei tribunali amministrativi, gli utenti potranno ricevere un rimborso pari alle spese aggiuntive effettuate tra il 2016 ed il 2018. Gli utenti che vogliono avere accesso al risarcimento però devono fare richiesta allo stesso gestore. TIM ha messo a disposizione i suoi operatori al call center, 187.
Una volta effettuata la domanda per il rimborso, gli operatori di TIM verificheranno l’idoneità del cliente al risarcimento. E’ bene ricordare e sottolineare che tale prerogativa è esclusiva dei soli abbonati con un piano di telefonia fissa. Per quanto concerne i clienti con una ricaricabile di telefonia mobile, seppur idonei, ancora non è stato garantito l’accesso ad un risarcimento.