Il ministero dell’Innovazione ha scelto un supporto tecnologico che sarà in grado di consentire alle persone di tornare a circolare per strada in sicurezza. L’app Immuni è stata proposta dalla task force della ministra Paola Pisano. L’applicativo è stato poi ceduto allo Stato a titolo gratuito dopo lo sviluppo da parte della società Bending Spoons in collaborazione con un equipe di esperti ed esponenti del centro medico Sant’Agostino.
Si tratta di un’applicazione che agisce secondo i principi del cosiddetto contact tracing, il tracciamento dei contatti che permetterà di capire se si è entrati in contatto con una persona positiva al Covid-19.
Come funziona Immuni: non sarà obbligatoria ma dovrebbe prevalere il buon senso
Per un corretto funzionamento, l’app dovrà essere scaricata concedendo tutti i permessi per lasciarla agire in background (anche mentre è chiusa). L’incontro, per essere rilevato dal Bluetooth (in modalità Low Energy per non gravare sulla batteria) del vostro smartphone, dovrà avvenire entro i 2 metri e per una durata di tempo significativa. Per privacy non riusciremo a sapere nulla della persona positiva, né nome né luogo dell’incontro. Allo stesso modo la persona positiva non saprà nulla di noi. Saremo però invitati a chiamare l’ASL o il nostro medico curante che ci indicherà il da farsi.
A grandi linee dovrebbe essere questo il funzionamento dell’App Immuni, vera e propria arma per la Fase 2 in cui riprenderemo la vita all’esterno delle nostre abitazioni. L’app sarà su base volontaria, pertanto nessuno sarà obbligato a scaricarla. Sia però chiaro che gli esperti hanno indicato una percentuale minima del 60% di utenti attivi per il corretto funzionamento del progetto. Si pensa inoltre ad incentivi per chi la utilizza ma senza restrizioni per chi si rifiuta.
App Immuni: quando arriverà e i problemi da risolvere in merito a privacy e funzionamento
La partenza del progetto potrebbe avvenire entro maggio per alcune regioni, anche se ci sono ancora dei nodi da sciogliere. L’applicativo si basa sulla tecnologia bluetooth ma Apple e Google, aziende titolari di iOS e Android, usano sistemi diametralmente opposti che dovranno essere amalgamati tra loro.
Un’altra complicanza è legata ai dati e alla privacy delle persone che utilizzeranno Immuni. La grande mole di dati sarà conservata su un unico server, ma il ministero è ancora al lavoro per rendere il sistema impenetrabile. Ora come ora verrebbe messa a rischio la privacy e anche la sicurezza nazionale.
Il pericolo sarebbe dunque quello di consegnare i nostri dati in mani straniere, ma sia chiaro che tutti ormai corrono questo rischio concedendo i permessi alle varie app e giochi, come ad esempio quelli di Facebook. Ad ogni modo si sta lavorando per scongiurare questi rischi, dopodiché si attende il via libera da parte del garante della privacy e un necessario passaggio in Parlamento.