All’inizio del prossimo anno, il 5G sarà finalmente attivato anche per gli utenti privati. Si tratta di un’introduzione molto attesa da tempo, dato che le aspettative sulle potenzialità del nuovo standard sono elevatissime. E non potrebbe essere altrimenti, d’altronde, data l’enorme quantità di cambiamenti che questa rete apporterà a moltissimi settori, sia per i cittadini privati sia per le industrie nonché per intere città.

D’altra parte, per lasciar spazio al futuro della connettività sarà necessario rivedere profondamente la gestione delle risorse a disposizione, come è già avvenuto in passato per Tim, Wind, Tre e Vodafone. I nostri operatori, in linea con i trend europei, stanno pensando quindi di fare un passo molto importante, che determinerà l’addio ad una pietra miliare della connettività odierna: il 3G.

Il 3G va in pensione: ecco quando e perché la connessione sarà spenta definitivamente

Il motivo di una tale scelta non è difficile da immaginare. Non avrebbe senso, per gli operatori, mantenere in vita una tecnologia ormai obsoleta che può essere semplicemente rimpiazzata dalle sue versioni successive.

Bisogna tener conto, inoltre, che la copertura di rete del 4G è ormai praticamente sovrapponibile a quella del suo predecessore, tanto da non rendersi più necessaria in alcun modo la presenza del 3G. Attualmente, pochi dispositivi non sono ancora provvisti del supporto al 4G, e per coloro che dovessero ancora avere modelli di smartphone più datati, è giunto il momento di riporli nel cassetto (benché a malincuore, visto che si tratterebbe di dismettere piccoli gioielli come l’iPhone 4S).

Si vocifera che lo switch-off sia in programma nel prossimo anno, ma non vi è ufficialità sulla data e sulle modalità. Sappiamo però che è un passo inevitabile per il 3G; diverso è il discorso per la tecnologia 2G, che invece sarà essenziale a sostegno della rete 5G.

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