Durante questa estate abbiamo assistito ad un’impressionante concentrazione di fenomeni naturali che hanno lasciato attoniti gli spettatori di tutto il mondo. In particolare, ha sollevato moltissimi dibattiti l’incendio che ha interessato le foreste della Siberia, bruciando milioni di ettari in pochissimi giorni. Ma se alcuni disastri potrebbero essere evitati, altri sono estremamente difficili da controllare. Tra questi, i terremoti.

Era il 4 luglio quando un sisma faceva tremare il suolo sotto Los Angeles, con una scossa di magnitudo 6,4. La prima manifestazione è stata poi seguita da una seconda scossa, registrata qualche ora più tardi, di magnitudo 7,1. Secondo gli esperti, sono due tra le più forti che abbiano interessato la zona negli ultimi 20 anni.

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L’epicentro del sisma è stato individuato a circa 200 km a nord-est di Los Angeles. La zona in questione risulta molto soggetta a fenomeni sismici a causa della presenza della Faglia di Sant’Andrea, che corrisponde al punto di incontro fra la placca tettonica Nord-Americana e quella Pacifica. Questo origina frequentemente scosse di terremoto, proprio a seguito dei naturali moti tettonici che interessano queste enormi zolle di terre emerse, ma erano ormai diversi anni che non se ne avvertivano di così forti.

Il team ARIA (Advanced Rapid Imaging and Analysis) della NASA, poi, ha elaborato le immagini catturate dal satellite all’indomani del sisma, confrontandole con quelle precedenti. Ne è venuta fuori un’infografica davvero impressionante, in cui ogni colore corrisponde ad una variazione di altezza di 12 cm rispetto alla situazione pre-sisma.

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