Facebook

Il 2018 è stato un anno davvero terribile per il social network Facebook, colpito dallo scandalo Cambridge Analytica di cui si è parlato in tutto il mondo. I rischi connessi a quest’ultimo sono stati parecchi, soprattutto per gli utenti coinvolti.

Vi ricordo che, durante questo periodo, la società di marketing online, ha raccolto e utilizzato alcuni dati degli utenti al fine di condizionare il referendum sulla Brexit e la campagna presidenziale di Donald Trump.

 

Facebook un anno dopo Cambridge Analytica

In Europa lo scandalo ha avuto delle notevoli ripercussioni, soprattutto per la piattaforma. Il Garante per la privacy ha ritenuto il trattamento dei dati raccolti tramite alcune funzioni, illegittimo. Il provvedimento, che ha vietato al colosso di Menlo Park il trattamento dei dati raccolti mediante queste funzioni, è stato trasmesso all’Autorità per la protezione dei dati dell’Irlanda. Per il momento l’azienda di Mark Zuckerberg non ha subito reali ripercussioni, né economiche, né sanzionatorie.

L’azienda si è però vista costretta a prendere coscienza della sfiducia dilagante tra i propri utenti, che hanno preferito dedicarsi ad altre piattaforme. Ovviamente Facebook e tutte le altre piattaforme hanno dovuto adeguare le proprie policy alle normative europee sulla tutela dei dati personali e dei consumatori.

A questo fine, la Commissione europea e le autorità di tutela dei consumatori, hanno chiesto alla piattaforma di allineare le condizioni d’uso alle normative europee sulla privacy. All’inizio del mese di aprile la piattaforma ha reso noto il proprio impegno di rendere più trasparenti possibili le condizioni d’uso ai propri utenti.

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