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Con i governi di tutto il mondo che si affannano per rispondere al recente attacco terroristico a Christchurch, la pressione inizia a circolare tra le piattaforme di social media. L’Australia è una delle prime nazioni a redigere una nuova legislazione che prende di mira le piattaforme online.

Oggi, infatti, ha approvato una legge intitolata “The Sharing of Abhorrent Violent Material” che mira a limitare specificamente la condivisione e l’hosting di immagini e video violenti online.

Il comportamento scorretto è punibile con oltre AU $ 10 milioni

Con il nuovo disegno di legge, sarà presto un reato se queste piattaforme non notificheranno alla polizia federale australiana una “condotta violenta e spiacevole” trovata nei video online. Ciò accadrà anche nel caso che le piattaforme non riescano a rimuovere i media offensivi in ​​modo “rapido” o in un ragionevole periodo di tempo.

In particolare, questa condotta è classificata da tutti i media, inclusi atti terroristici, omicidio, tentato omicidio, tortura, stupro o rapimento. La mancata rimozione o notifica di questo contenuto è punibile con AU $ 10,5 milioni o il 10% del fatturato annuale di un’azienda, o fino a tre anni di reclusione.

Per quanto riguarda il termine “ragionevole”, il Procuratore generale ha dichiarato che spetterebbe alla giuria decidere caso per caso. Per quanto riguarda la tragedia di Christchurch, Porter ha affermato che “la giuria sarebbe d’accordo. Era assolutamente irragionevole che dovesse esistere quel video su Facebook per oltre un ora senza che vengano intraprese azioni di alcun genere”.

In risposta al disegno di legge, i rappresentanti di aziende tecnologiche come Google, Facebook e Twitter hanno avvertito che il disegno di legge è irragionevole. Questo in quanto penalizza, e potenzialmente imprigiona, le persone che lavorano per queste società basate sul contenuto creato e condiviso dall’utente.

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