5GIl futuro standard di connessione mobile, alias 5G, rappresenterà un punto di svolta per milioni di consumatori in tutto il mondo. Le novità che introdurrà in un mercato apparentemente saturo e non più in grado di riservare sorprese, saranno tali da rendere la nostra vita sicuramente migliore. I problemi però esistono, ed in alcuni casi sono tutt’altro che veniali.

Il 5G arriverà, secondo le stime attuali, nel 2020. L’attesa è oggi legata allo sviluppo delle infrastrutture da parte degli operatori, ricordiamo essere necessarie antenne più piccole e dal minor impatto ambientale, e alla produzione degli smartphone compatibili.

Superati tutti gli ostacoli, le aziende del territorio provvederanno a pubblicare le proprie offerte con le quali permettere l’accesso alla rete ad altissima velocità (molto più rapida dell’attuale 4G). Secondo le stime attuali, indipendentemente dall’operatore scelto, i prezzi con i quali sarà possibile ottenere giga illimitati ad alta velocità saranno di almeno 40-50 euro al mese. E’ importante ricordare che il costo indicato è da considerarsi valido per i primi anni di sviluppo della rete, naturalmente con la diffusione del segnale e dei dispositivi compatibili, si pensa che assisteremo ad una flessione degli stessi.

 

Il 5G potrebbe portare non pochi problemi all’organismo

Nell’attesa di avere nuovi dettagli in merito, in rete leggiamo continuamente di utenti preoccupati dai possibili danni all’organismo che il 5G potrebbe indubbiamente provocare.

Consapevoli dei numerosi studi pubblicati sull’insorgenza di tumori causati (probabilmente) dalle radiazioni elettromagnetiche, è bene ricordare che le frequenze utilizzate per il 5G saranno sicuramente maggiori rispetto a quelle del 4G, ma verranno sfruttate con intensità decisamente inferiore.

La rete verrà realizzata distribuendo sul territorio una serie di micro antenne (ripetitori), portando sì ad una maggiore densità, anche se allo stesso tempo l’intensità della frequenza e dell’onda sarà tra i più bassi di sempre. Di conseguenza, almeno secondo le considerazioni iniziali, il rischio per l’uomo dovrebbe essere decisamente inferiore ai ragionamenti degli utenti più catastrofisti.

Si attendono nuove conferme o smentite in merito.

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