GPU (graphics processing unit), ovvero unità di elaborazione grafica. È questo il nome completo di quelle componenti informatiche che vengono indicate generalmente come co-processori, perché agiscono come corollario e completamento delle CPU (central processing unit), vale a dire il processore centrale dei computer.
La loro funzione consiste nella generazione di un’immagine a partire da una descrizione matematica di una scena tridimensionale interpretata da algoritmi che definiscono il colore di ogni punto dell’immagine digitale. Vale a dire il rendering di immagini grafiche.
La prima funzione che queste schede possono avere e che viene in mente a tutti coloro che si intendono un minimo di tecnologia informatica e hardware è ovviamente il gaming. Infatti le GPU sono dei mezzi ottimali utilizzati dai videogiocatori di tutto il mondo e che spesso vengono pensate proprio per quello a partire dalle case produttrici e che per il settore videoludico vengono ottimizzate. Ovviamente gli usi canonici delle GPU sono infiniti e vanno dalla grafica 2D al rendering 3D, ma più recentemente per lo sviluppo di AI (intelligenza artificiale) e per lo sviluppo di machine vision (ovverosia le auto che si guidano da sole)
Tutto vero. Ma un uso che solo negli ultimi anni si è diffuso particolarmente è quello relativo al mining delle criptovalute. Per poter generare le monete virtuali è necessario possedere una potenza di calcolo estremamente elevata e in modo peculiare le GPU si sono rivelate estremamente efficienti nell’effettuare i calcoli necessari alla perpetuazione dei meccanismi utili alla generazione del blockchain.
Ethereum, troppa richiesta di GPU
A questo punto però il crescente valore azionario e la conseguente copertura mediatica massiccia relativa al mondo delle monete virtuali ha causato un vero e proprio exploit del numero dei “cercatori d’oro” che si sono adoperati alla ricerca dei potenti mezzi necessari all’impresa. Tantoché la domanda da parte di costoro ha superato l’offerta disponibile causando una vera e propria carestia.
Uno dei maggiori produttori di componenti hardware dedicate al settore grafico, la Nvidia, avendo subito una fagocitosi di tutto le componenti di fascia più alta, in particolare quelle appartenenti alla linea GeForce, ha deciso a questo punto di metterci una pezza: attraverso le parole di Boris Böhles, manager delle pubbliche relazioni dell’azienda di Santa Clara, ha espresso la volontà primaria di Nvidia di soddisfare la domanda del suo pubblico privilegiato, quello dei videogiocatori.
“For Nvidia, gamers come first. All activities related to our GeForce product line are targeted at our main audience” ha racentemente affermato Böhles.
Ben chiare quindi le intenzioni del colosso californiano che ha messo in pratica i suoi principî di business riducendo a 2 il massimo di schede grafiche acquistabili da ogni utente del proprio sito. Ma non solo la Nvidia ha anche invitato i venditori al dettaglio a ridurre la vendita di tali preziosi componenti ai “miners”, privilegiando di conseguenza la vendita ai videogiocatori.
“Per assicurare ai videogiocatori di continuare ad avere una buona disponibilità di schede GeForce , raccomandiamo ai nostri partner commerciali di mettere in atto misure opportune per soddisfare i loro bisogni come al solito”
Ovviamente non risulta chiaro in che modo questo debba essere fatto e non pare neanche che questa sorta di appello possa portare al risultato sperato da Nvidia, visto che il mercato con questo assetto comporta un aumento dei prezzi dei prodotti che non può far altro che fare gola ai rivenditori al dettaglio.