Lo scrittore americano Edgar Allan Poe anche se ha avuto una vita breve, segnata da sofferenze e problemi, è riuscito a ritagliarsi un grande spazio tra i migliori scrittori americani
Nato a Boston nel 1809 figlio di due teatranti, che dopo soli due anni muoiono e lo lasciano orfano. Il piccolo Poe viene adottato e cresciuto dalla famiglia del mercante John Allan a Richmond con cui fin da subito ha un rapporto pieno di alti e bassi. Seguendo gli affari del tutore, Edgar passò molto tempo in Gran Bretagna e questo periodo della sua vita influenzerà molto la sua produzione letteraria.
Al suo ritorno negli Stati Uniti Poe continua a seguire in maniera irregolare i corsi universitari, fino a quando non li abbandona definitivamente. Verso i venti anni, dopo l’abbandono degli studi, si avvicina alla vita militare. Quest’ultima nonostante una serie di veloci avanzamenti di carriera non lo rende felice. Il suo unico conforto sembra essere la scrittura.
In questo mondo di parole Poe scrive intriganti racconti gotici, poesie ricolme di malinconica bellezza e lo portano a conoscere la sua futura moglie Virginia, che all’epoca non era neanche quattordicenne. Le sue opere hanno esplorato gli angoli più oscuri dell’animo umano, creando le fondamenta per la letteratura Horror e la narrativa di fantascienza. Ma la sua presenza nel mondo letterario non si limita soltanto alla mansione di scrittore, infatti Poe è conosciuto anche come critico, editore e redattore.
Cosa sappiamo sulla sua misteriosa morte?
La vita di Edgar Allan Poe è segnata anche da molte tragedie personali, e, come i suoi personaggi è tormentato emotivamente ed instabile. La morte precoce delle venticinquenne Virginia (sua moglie), causata dalla tubercolosi, accentua ancora di più i suoi problemi psicologici, portandolo a rifugiarsi dietro l’uso di alcol e droghe.
Il 3 ottobre del 1849 viene trovato delirante e in fin di vita a Baltimora. Dopo diversi giorni che se ne sono perse le tracce, il 7 ottobre muore senza aver mai riacquistato pienamente la coscienza. Nonostante la sua vita brilli di una luce singolare, la sua morte è avvolta nell’ignoto.
L’unica cosa certa è che non doveva trovarsi a Baltimora, nei pressi si un seggio elettorale a ripetere ossessivamente “Reynolds”.
Le teorie sulla sua morte sono molte, dall’idea di un’avvelenamento a all’idea di un caso di cooping. Quest’ultima è una pratica elettorale fraudolenta per cui un povero malcapitato veniva sequestrato, drogato e infine mandato a votare un candidato più e più volte. La teoria del cooping è, attualmente, quella più accreditata.
Nonostante la sua vita tragica e la sua morte misteriosa, ha lasciato una grande eredità che ha ispirato grandi autori come Arthur Conan Doyle, Alfred Hitchcock e molti altri.