Il peso dell'accusa: Microsoft e OpenAI consapevoli delle possibili conseguenze?
Il peso dell’accusa: Microsoft e OpenAI consapevoli delle possibili conseguenze?

La recente collaborazione tra Microsoft e un’altra startup della Silicon Valley, all’ombra delle innovazioni nell’Intelligenza Artificiale, ha preso una piega inaspettata con il sorgere di controversie legali. Il gigante di Redmond e OpenAI, guidata da Sam Altman, sono stati coinvolti in una causa legale intentata da diverse testate giornalistiche. Engadget e The Verge hanno riportato che testate di rilievo come The Intercept, Raw Story e AlterNet accusano ChatGPT di riprodurre i loro articoli “parola per parola o quasi” nelle risposte agli utenti, sollevando dubbi sulle pratiche di addestramento dell’IA.

 

Il lato oscuro dell’addestramento IA

L’accusa principale è che Microsoft e OpenAI avrebbero utilizzato senza autorizzazione gli articoli di queste testate per addestrare ChatGPT, senza previa consultazione degli editori e senza la dovuta citazione degli autori delle opere utilizzate. La situazione si aggrava ulteriormente dal momento che ChatGPT sembrerebbe non attribuire correttamente la fonte degli articoli utilizzati come input per il suo addestramento.

Questo nuovo caso giunge a pochi mesi dall’analogo procedimento legale intrapreso dal New York Times contro OpenAI, anch’esso finalizzato a fermare l’utilizzo non autorizzato degli articoli del giornale per l’addestramento del Chatbot di Altman. Le tre testate coinvolte nella recente azione legale, tutte rappresentate dallo stesso studio legale, affermano che “Microsoft e OpenAI sapevano che il loro Chatbot sarebbe stato meno popolare e avrebbe generato meno ricavi se avessero informato gli utenti che le risposte di ChatGPT violavano il diritto d’autore di alcune terze parti”.

 

La promessa di protezione legale di Microsoft

La sostanza della causa sembra concentrarsi sul fatto che Microsoft e OpenAI, stando alle argomentazioni delle testate coinvolte, sarebbero a conoscenza delle violazioni del copyright durante il training di ChatGPT, ma avrebbero omesso di intraprendere azioni per prevenirle. Secondo gli accusatori, questa mancanza di azione da parte di Microsoft ha portato la società a promettere agli utenti di ChatGPT una completa copertura legale nel caso in cui le risposte generate dal bot violassero il diritto d’autore di terze parti.

Questa situazione solleva interrogativi etici e legali sull’utilizzo delle informazioni fornite da fonti esterne nell’addestramento delle IA, sottolineando l’importanza di un approccio trasparente e rispettoso nei confronti dei diritti di autore. In un mondo sempre più dominato dalla tecnologia, è fondamentale bilanciare l’innovazione con il rispetto per la proprietà intellettuale e i principi legali, soprattutto per aziende influenti come Microsoft.

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