Meta

Mark Zuckerberg, CEO di Meta, ha gettato il guanto di sfida dichiarando che il Meta Quest 3 supera il concorrente Apple Vision Pro nel mondo dei visori VR. Anche se riconosce alcuni vantaggi del dispositivo di Apple, Zuckerberg sostiene che il Quest 3 offre comunque un’esperienza superiore.

L’imprenditore, infatti, ha evidenziato diverse caratteristiche che distinguono il Meta Quest 3 dal Vision Pro. Il Quest 3 pesa 120g in meno rispetto al suo concorrente, garantendo un maggiore comfort durante l’uso prolungato. Ma non è tutto, il campo visivo offerto dal Quest 3 è più ampio, e l’utilizzo di controller fisici, insieme al tracciamento delle mani, offre un’esperienza di input più naturale e versatile.

La questione di funzionalità nei visori Meta

Anche se il Vision Pro dispone del tracciamento oculare, una delle sue caratteristiche distintive, Zuckerberg ha ammesso che questa funzionalità farà il suo ritorno nei visori Meta con il futuro Quest Pro. Il CEO di Meta, però, ha sottolineato che il Quest 3 offre attualmente una libreria più ampia di contenuti immersivi.

Un altro punto chiave sollevato da Zuckerberg è il prezzo. Il Quest 3 è molto più conveniente del Vision Pro, offrendo un rapporto qualità-prezzo imbattibile.
Secondo il CEO di Meta, il suo prodotto è “qualcosa come sette volte meno costoso“, rendendolo più accessibile a una gamma più ampia di utenti.

Insomma, mentre il Vision Pro di Apple potrebbe vantare alcuni vantaggi tecnici, il Meta Quest 3 di Zuckerberg si distingue per il suo rapporto qualità-prezzo, la sua libreria di contenuti e il suo comfort d’uso. Questa dichiarazione del CEO di Meta potrebbe segnare l’inizio di una nuova era nella competizione tra i visori VR.
In più questo continuo confronto tra il Quest 3 e Apple Vision Pro evidenzia ancor di più il desiderio di entrambe le aziende di cercare di offrire esperienze sempre più immersive e accessibili agli utenti. Non solo per migliorare l’esperienza di inrrattenimento in sè, ma soprattutto per cercare di prevalere l’una sull’altra.

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